La crisi in Argentina, lascia presidente della Banca centrale

Nella foto: Luis Caputo, Mauricio Macri e Nicolás Dujovne.
Nella foto: Luis Caputo, Mauricio Macri e Nicolás Dujovne.

BUENOS AIRES. – Con un fulmine a ciel sereno, che per il momento in cui si è prodotto ha mostrato l’intensità dello scontro esistente all’interno del governo argentino e fra questo e il Fondo monetario internazionale (Fmi), il presidente della Banca centrale, Luis Caputo, ha annunciato le dimissioni dall’incarico. Ed è stato subito sostituito dall’economista Guido Sandleris, conosciuto come il ‘Messi della Finanza’.

L’abbandono di Caputo, nominato appena tre mesi fa al vertice dell’istituto centrale, è avvenuto fra l’altro mentre sindacati e movimenti sociali erano impegnati nel quarto sciopero generale organizzato per denunciare una politica governativa basata sulla ricerca di un equilibrio dei conti pubblici attraverso tagli alla spesa sociale, che hanno prodotto un aumento della disoccupazione e della povertà.

Grazie anche all’adesione piena dei sindacati dei trasporti, la protesta ha avuto un impatto importante, con l’interruzione di molte attività commerciali, la chiusura di scuole e banche, e la sospensione dei voli della compagnia Aerolineas Argentinas.

Che vi fosse un braccio di ferro all’interno del team economico del presidente Mauricio Macri sulla politica monetaria per quanto riguarda il rapporto fra dollaro e peso, era noto. E anche erano conosciute le perplessità di Christine Lagarde sul fatto che la Banca centrale continuasse ad utilizzare le riserve valutarie per frenare la caduta della moneta nazionale.

Ma l’annuncio di Caputo proprio nel giorno in cui Macri si apprestava a intervenire davanti all’Assemblea generale dell’Onu, ha sorpreso gli analisti, e prodotto uno shock che ha portato ad un immediato apprezzamento del dollaro (+3,7%) e ad un crollo dei titoli argentini a Wall Street.

Per tutti ha sintetizzato il sentimento degli analisti Christian Buteler: “Una notizia peggiore non potremmo averla avuta. Il grado di irresponsabilità che ha questa gente mi spaventa ogni giorno di più. Qualcuno potrà dire che (Caputo) aveva problemi col ministro delle Finanze, ma non sono sorti ora, ed entrambi fanno parte del team economico da tempo”.

Comunque, nonostante queste inattese dimissioni, entro un paio di giorni il Fmi dovrebbe annunciare i termini di un secondo accordo ch amplia quello raggiunto in primavera di ‘stand by’ per 50 miliardi di dollari. Contrariamente agli auspici di Buenos Aires, vi sarà una ulteriore disponibilità di fondi, non di 20, ma solo di 3-5 miliardi, con cui il governo spera di giungere alle presidenziali del 2019 con un economia, se non in ripresa, almeno sotto controllo.

(di Maurizio Salvi/ANSA)

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