Trump sfida l’Onu: “Aiuteremo solo chi ci rispetta”

NEW YORK.- “Aiuteremo solo chi rispetta l’America”. Donald Trump per il secondo anno consecutivo lancia la sua sfida ai leader mondiali dal palco all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Ma stavolta ad accoglierlo è un clima gelido, a tratti ostile, che non lascia spazio nemmeno alla curiosità con cui fu accolto dodici mesi fa.

E al Palazzo di Vetro di New York va ancora una volta in scena lo scontro con Emmanuel Macron, che non fa sconti al presidente americano: “No alla legge del più forte e a ogni forma di nazionalismo. E la parola data – aggiunge Macron – va rispettata”, dall’accordo di Parigi sul clima a quello sul nucleare iraniano.

Negli oltre 40 minuti del suo discorso Trump deve aver toccato con mano cosa vuol dire sentirsi isolati. E se l’inquilino dell’Eliseo riceve quasi una standing ovation alle sue parole, nemmeno un applauso interrompe le parole del tycoon. Solo una risatina generale quando, snocciolando uno per uno “gli enormi progressi” compiuti dalla sua presidenza, si lascia scappare: “Ho fatto più di qualunque altro nella storia”.

Superata la sorpresa per la reazione della platea (“non me l’aspettavo, ma va bene”), Trump torna all’attacco: “L’America oggi è molto più forte, ricca e sicura e chiede che sia rispettata la sua sovranità”. Se viene a mancare questa condizione, gli Usa si riservano di agire unilateralmente senza cercare il consenso della comunità internazionale, nemmeno degli alleati storici, come dimostrato negli ultimi mesi anche con la guerra dei dazi dichiarata alla Cina ma anche all’Europa e al Canada.

“Noi rigettiamo la dottrina del globalismo”, ribadisce il presidente americano nel gelo della sala. Ma anche lui appare teso, meno brillante del solito, a tratti forse avvilito, abbattuto. Certo a pesare, oltre alla diffidenza del Palazzo di Vetro, i pensieri che ogni istante lo riportano a Washington, dove le vicende interne – dai casi Kavanaugh e Rosenstein alle indagini sul Russiagate – non smettono di tormentarlo.

Pensieri che forse, tra una telefonata e l’altra tra la Trump Tower e la Casa Bianca, lo hanno portato ad arrivare tardi all’Onu, con gli organizzatori costretti a stravolgere il tradizionale ordine della scaletta degli interventi.

Di grande effetto la replica di Macron, per il quale “solo l’azione collettiva può davvero salvaguardare la sovranità di ognuno di noi”. “I nazionalisti – aggiunge il presidente francese – vogliono usare il concetto di sovranità dei popoli per attaccare i valori universali che hanno caratterizzato la mondializzazione, creando diseguaglianze enormi”.

Stoccata anche sull’Iran, che Trump è tornato ad attaccare duramente dal podio dell’assemblea: “Non serve alimentare le tensioni”, incalza Macron. Convitato di pietra, il leader nordcoreano Kim Jong-un, che Trump ha ringraziato davanti ai leader del mondo. E dire che un anno fa, dallo stesso palco, lo aveva definito “piccolo uomo razzo”, minacciando fuoco e fiamme su Pyongyang.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)