Atletica: doping, 30 anni fa l’umiliazione di Johnson

(ANSA) – ROMA, 26 SET – Trent’anni fa oggi, lo sprinter canadese Ben Johnson, un gigante di origini giamaicane, vincitore dei 100 metri alle Olimpiadi di Seul subì una delle più grandi umiliazioni che possono toccare a uno sportivo. Fu infatti trovato positivo al’antidoping, e venne squalificato e spogliato della medaglia d’oro olimpica e anche del record del mondo stabilito sulla pista coreana, quel 9″79, che aveva lasciato il mondo a bocca aperta. L’anno prima l’atleta canadese ai Mondiali di Roma aveva conquistato l’oro sui 100 metri, battendo il suo rivale storico Carl Lewis e anche in quell’occasione fu record del mondo in 9″83. In seguito l’atleta ammise di aver fatto uso di sostanze proibite già da molto tempo e per questo gli vennero tolti anche i riconoscimenti acquisiti ai Mondiali di Roma. Dopo una lunga squalifica Ben Johnson provò a tornare in pista, pur senza risultati significativi, ma nel 1993 fu trovato ancora positivo e squalificato a vita.