Tria non si dimette, sponda Colle. La Lega non ci mette la faccia

Il vicepremier Luigi Di Maio e i ministri del M5s si sono affacciati dalle finestre di palazzo Chigi per salutare il gruppo di manifestanti che stanno festeggiando davanti palazzo Chigi. "Ce l'abbiamo fatta", esultano.
Il vicepremier Luigi Di Maio e i ministri del M5s si sono affacciati dalle finestre di palazzo Chigi per salutare il gruppo di manifestanti che stanno festeggiando davanti palazzo Chigi. "Ce l'abbiamo fatta", esultano. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

ROMA.- Il silenzio del presidente Sergio Mattarella e del ministro del Tesoro Giovanni Tria, quest’ultimo in attesa della risposta dei mercati. L’altra faccia della “vittoria” della linea del M5S e della Lega, dei festeggiamenti in piazza dei ministri e dei parlamentari pentastellati, è fatta di bisbigli, preoccupazioni, e della grande attesa per la risposta, domani mattina, di Borse, Europa e spread.

Con un punto fermo, che emerge in serata: il ministro del Tesoro Giovanni Tria resta al suo posto, ben sapendo che, nella sua scelta, può contare sulla piena sponda del capo dello Stato. Fonti del Quirinale smentiscono con decisione che tra Mattarella e Tria ci siano stati contatti anche se è risaputo che il Quirinale è sempre stato contrario alle dimissioni del titolare del Mef.

C’è, poco dopo l’intesa raggiunto sul 2,4% del deficit/Pil, una telefonata tra Mattarella e il premier Giuseppe Conte, che arriva negli stessi momenti in cui Luigi Di Maio e i ministri M5S si affacciano dal balcone di Palazzo Chigi per celebrare il loro “trionfo”, acclamati dai parlamentari pentastellati che, dalla congiunta, si spostano con tanto di bandiera a 5 Stelle, davanti Palazzo Chigi.

“Ce l’abbiamo fatta”, urla Di Maio brandendo il pugno dal balcone della sede del governo. Poi i ministri del Movimento scendono in piazza, assicurano che Tria non è in discussione, definiscono il ruolo di Conte “importantissimo” laddove, di fronte al timore della reazione dei mercati, Di Maio sottolinea: “spiegheremo che ci sono così tanti investimenti in più che faranno crescere l’economia: saremo credibili”.

Proprio la previsione del “più consistente piano di investimenti pubblici che sia mai stato realizzato in Italia”, come spiega Conte su facebook dopo il Cdm, sarebbe stato – secondo fonti del governo – un tassello importante nel convincere Tria. Tanto che, in Cdm, l’ok alla previsione del 2,4% del deficit/Pil per tre anni arriva all’unanimità, dato quest’ultimo, che piace molto alla Lega.

Anche se Matteo Salvini sceglie di non metterci la faccia e lascia la piazza al M5S, forse temendo la reazione dell’elettorato del Nord, forse decidendo di assumere un atteggiamento più attendista in vista della reazione mercati. E, a quanto raccontano fonti di governo, ancor più prudente sarebbe stata la linea di Giancarlo Giorgetti nel corso del vertice della manovra, con il sottosegretario che avrebbe caldeggiato, invano, di non superare il tetto del 2,1%. Ma così non è stato e ora, il primo e il 2 ottobre, toccherà a Tria spiegarlo prima all’Eurogruppo e poi all’Ecofin.

(di Michele Esposito/ANSA)

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