Manovra: investitori temono rating e scontro con Ue

Un operatore di spalle guarda gli schermi con gli andamenti dei valori. di Milano
U/n operaqtore guarda gli schermi nella sala operativa della Borsa di Milano. (ANSA)

MILANO. – I timori per un taglio del rating sovrano italiano ed uno scontro con l’Unione europea sono tra le maggiori preoccupazioni degli investitori dopo l’approvazione della nota di aggiornamento al Def che prevede il rapporto deficit/pil al 2,4% per i prossimi tre anni. L’Osservatorio sui conti pubblici guidato da Carlo Cottarelli lancia l’allarme perchè l’Italia con un rapporto tra debito e pil che non “scende o scende leggermente” rimane più esposta del passato al “rischio di choc esterni”.

Tra gli operatori e analisti serpeggiano anche il dubbi sull’affidabilità delle “stime del governo” che appaiono troppo “ottimistiche su come recuperare le somme per le misure varate”. Avere un rapporto “deficit/Pil così alto per un Paese con un debito elevato come l’Italia è pericoloso per la stabilità finanziaria”, afferma Vincenzo Longo, market strategist di Ig.

A rincarare la dose è l’Osservatorio di Cottarelli secondo il quale il deficit al 2,4% del Pil significa rendere l’Italia più “fragile” e più “esposta al rischio di choc esterni e di oscillazioni dei mercati”. Più deficit mentre l’economia cresce, anche se a tassi modesti, peraltro, “toglie spazio – conclude l’Osservatorio – a manovre di sostegno all’economia qualora l’Italia cada in recessione”.

Nel venerdì nero per Piazza Affari (-3,7%), a Milano si è svolta l’annuale appuntamento di Jp Morgan con i gestori visibilmente “sorpresi” per le decisioni prese dal governo che potrebbero portare ad uno “scontro con l’Europa”. Altro tema che incute timore è quello di un eventuale taglio del rating di due gradini che, secondo l’analista di Goldman Sachs Silvia Ardagna, potrebbe scatenare uno “stop improvviso” all’afflusso di capitali verso l’Italia, che non avrebbe sufficiente domanda per finanziare il suo indebitamento.

Le principali agenzie di rating tengono l’Italia due gradini sopra il livello speculativo ‘junk’, spazzatura: Moody’s (rating Baa2) deciderà a fine ottobre, Standard & Poor’s (BBB) il 26 ottobre. Ad agosto scorso, Fitch ha confermato il rating BBB ma ha rivisto al ribasso l’outlook da ‘stabile ‘ a ‘negativo’.

Per il chief Global Strategist di Intermonte Sim, Antonio Cesarano, il “credit default swap a 5 anni Italia sta quotando circa 50 punti base sopra quello ad esempio del Sud Africa, un paese che è già sub investment grade. Di fatto gli investitori stanno implicitamente temendo un downgrade a fine ottobre da Moody’s”.

Nella comunità finanziaria non mancano anche le perplessità sul ministro delle Finanze, Giovanni Tria, che avendo mancato nell’impegno più volte ribadito di tenere il rapporto deficit/Pil sotto al 2% “non è più percepito come garante del mercato”, afferma Alessandro Balsotti, strategist e gestore del Jci Fx Macro Fund.

(di Massimo Lapenda/ANSA)

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