A luglio nelle banche italiane quattrocento miliardi di titoli di Stato

Buoni del Tesoro della Repubblica Italiana.
Asta Btp decennale.

ROMA. – Le banche italiane, secondo gli ultimi dati disponibili per il mese di luglio della Banca d’Italia, hanno in portafoglio titoli di Stato del nostro paese per 373,4 miliardi di euro.

MINIMO A FINE 2013 Il livello di luglio è in lieve salita rispetto al mese precedente quando aveva toccato i 370 miliardi che non vedeva dal luglio 2017. La gran parte (265 miliardi) è costituita da Btp. Dal luglio del 2017 gli istituti avevano iniziato a dismettere i titoli fino a toccare il minimo di 323 miliardi alla fine dello scorso anno. Quindi la risalita nei mesi successivi del 2018.

SEMPRE MENO INVESTITORI STRANIERI Gli acquisti delle banche italiane hanno compensato la fuga degli investitori stranieri che durava da aprile e che ha subito un’inversione di tendenza solo a luglio, forse atrratti dai rendimenti più alti. Secondo i fati Banca d’Italia a luglio gli acquisti netti di titoli di Stato italiani da parte di investitori stranieri sono stati pari a 8,7 miliardi dopo i disinvestimenti registrati a giugno (-33 miliardi) e a maggio (-24,8 miliardi). Nel mese di giugno i titoli in mano a stranieri erano scesi da 698 miliardi a 664 miliardi contro i 722 miliardi di aprile. Va ricordato come una parte dei titoli in mano a non residenti siano in realtà di proprietà di soggetti italiani che investono attraverso fondi o gestioni basate all’estero.

IMPATTO NEGATIVO SU BANCHE ITALIANE Una stima dell’impatto dell’aumento dello spread sui bilanci degli istituto, secondo gli analisti, è difficile da realizzare prima dei bilanci consuntivi visto che vi sono troppo variabili e difformità fra ciascuna situazione. In ogni caso l’effetto complessivo, come hanno di recente sottolineato sia la Bce che la Bri (la banca dei regolamenti internazionali) è negativo, fa riprendere il legame debito sovrano/istituti di credito visti e si è già visto (in parte) sulle semestrali di banche e assicurazioni le quali detengono circa 310 miliardi di euro di titoli. La crescita del differenziale pesa in maniera diretta a causa dell’indebolimento del loro capitale (Cet1) per via delle perdite sul valore dei Btp in portafoglio e in maniera indiretta, anche se per ora è solo un rischio, a causa di condizioni di finanziamento più difficili che scontano quando cercano capitali sul mercato. Due elementi che appunto si riflettono sui valori di Borsa delle banche del nostro paese in caduta libera.

Lascia un commento