Danzi: “La glottodidattica teatrale, un nuovo campo di ricerca”

La dottoressa Donatella Danzi, presidente del Comitato di Madrid della Società Dante Alighieri e organizzatrice del IV Convegno di Glottodidattica Teatrale, spiega come il teatro possa trasformarsi in un veicolo per l’apprendimento delle lingue.

MADRID – “La Glottodidattica teatrale è un processo. Lo scopo ultimo non è la realizzazione di uno spettacolo ma quello di creare, attraverso il teatro, una metodologia che sia d’aiuto nell’insegnamento delle lingue. Insomma, il teatro come strumento e non come fine; il teatro come percorso e non come prodotto”. La dottoressa Donatella Danzi, organizzatrice e anima del “IV Congreso Internacional de GlotodidácticaTeatral” che si terrà dal 5 al 7 ottobre a Madrid, parla con entusiasmo giustificato. Giunto alla sua quarta edizione, il Convegno, oggi punto di riferimento obbligato per teorici e studiosi di glottodidattica, è una sua creatura. La prima edizione la organizzò nel 2015, mossa dal  desiderio di entrare in contatto con professori che, come lei, avevano scelto il teatro come strumento didattico, dalla necessità di scambiare idee ed esperienze con altri studiosi e dalla volontà di stabilire future collaborazioni.

– Il Convegno è dedicato alla Glottodidattica nel teatro. Perché nel teatro?

– Credo sia necessario fare prima una piccola storia – spiega -. Da trent’anni insegno la lingua italiana ma ho anche una formazione teatrale. Ho studiato teatro a Milano e a Madrid. Quattordici anni fa, un gruppo di studenti aveva bisogno di migliorare soprattutto la produzione orale. Allora m’inventai un corso che battezzai:“Parla italiano facendo teatro”. Nacque come un’intuizione. Pensai che il teatro sarebbe potuto essere un ottimo veicolo per l’apprendimento delle lingue. La mia sorpresa fu che i risultati ottenuti, sia a livello di motivazione sia a livello d’interesse, superavano di gran lunga le mie aspettative. Anche quelli che avrei raggiunto con la metodologia tradizionale. Mi riferisco ai  risultati a livello di produzione orale sia a quelli, con il tempo, di scrittura e comprensione. Quattro anni fa, quando “Parla italiano facendo teatro” arrivò al suo decimo anniversario, mi chiesi: forse questa mia ricerca di glottodidattica, perché nel fondo di questo si trattava, è diventata un laboratorio di glottodidattica teatrale.

La domanda che Danzi si pose in quel momento fu: ci saranno altri insegnanti che conducono un lavoro di ricerca simile? Nacque così in lei la voglia non solo di conoscere i risultati di quelle ricerche ma, soprattutto, di creare una rete all’interno della glottodidattica teatrale.Un desiderio che si trasformò ben presto in necessità e la spinse ad organizzare un convegno di glottodidattica teatrale.

– La mia sorpresa, ma forse non è stata neanche tale poiché lo presagivo – confessa -, si è verificata quando ho scoperto che altri colleghi erano altrettanto convinti che il teatro è un ottimo strumento per l’apprendimento delle lingue.

 

Coinvolgere il corpo

La domanda, per chi come noi non è un addetto ai lavori, è inevitabile. Diretta e precisa. D’impulso, chiediamo:

– Perché?

Danzi, che è presidente del Comitato di Madrid della Società Dante Alighieri, spiega che i fattori che aiutano all’insegnamento della lingua attraverso il teatro sono tanti. In primis, sottolinea, “è un apprendimento che coinvolge anche il corpo”.

– Siamo abituati a una metodologia scolastica dove l’alunno, ancora adesso, resta inchiodato a un banco – commenta -. Se si sposta, se si muove troppo, a volte crea anche dei problemi. Invece, le ultime scoperte neuroscentifiche indicano che i neuroni non sono elementi a sé stanti. Quindi, l’area che si occupa del linguaggio è unita a tutte le altre. Ad approfondire l’importanza di questa interrelazione e alla scoperta dei “neuroni specchio” è stata la equipe di un neuro-scienziato italiano: Giacomo Rizzolatti. Che cosa accade con l’apprendimento linguistico? La mente non funziona senza il corpo. Si è scoperto che il corpo, nell’apprendimento, è associato al movimento di tutte le aree. Ciò aiuta nell’ambito linguistico. Cosa accade nel teatro… nel teatro devi creare un percorso di apprendimento linguistico in cui gli alunni  sono coinvolti in una metodologia che non sottovaluta l’importanza del corpo come sistema complesso di funzioni dove i piani cognitivo, affetivo, emotivo, sensoriali sono relazionati.

Spiega che “il teatro riesce a creare un veicolo immaginario, creativo, che motiva, che permette all’alunno di apprendere la lingua”. Pur ammettendo che anche altre metodologie siano valide, sostiene che “si è scoperto che il teatro è un veicolo straordinario”. Forse, il migliore.

– Il teatro e tutto ciò che può essere incluso nella glottodidattica creativa – commenta – rappresentano dei validissimi sostegni per l’apprendimento delle lingue. Da lì la nostra iniziativa. Ed è così che matura l’idea di un convegno.

Oltre al fatto che lei risiede in Spagna, vi sono altri motivi per cui questo convegno sia organizzato a Madrid e non in altre città?

– La sede del Convegno è Madrid perché vivo e lavoro qui – afferma senza indugi -. Potrebbe essere stato organizzato in Italia o in qualunque altro Paese. Questo è un nuovo campo di ricerca. Non è, poi, che vi siano tanti congressi di glottodidattica nel mondo. Noi abbiamo iscritti provenienti da tutta l’Europa. In quattro anni, questo Convegno è diventato un punto di riferimento. Non so se a livello mondiale, ma a quello Europeo senz’altro. Posso assicurare – afferma con un pizzico d’orgoglio -, che non è stata fatta pubblicità. Né su Facebook, che non ho, né su altri social-network. Eppure, un incontro di questo genere ha destato interesse in tantissime persone. Chi si è iscritto, lo ha fatto perché segue questa ricerca. La nostra rete si sta allargando.

Pur sostenendo che si tratta di un campo di ricerca nuovo, ammette che anche prima c’era chi usava il teatro per l’apprendimento delle lingue.

– Ma – precisa immediatamente -, non se ne conosceva la valenza; non se ne apprezzava il valore. Insomma, non c’era un approfondimento teorico. In questi anni, siamo riusciti a spiegare, a livello scientifico, perché il teatro è importante per la comprensione delle lingue e quali metodologie può seguire il professore. Quando faccio riferimento al teatro, non sto affermando che lo studente deve diventare attore. Non mi riferisco allo spettacolo in sé. Parlo del teatro come strumento. In altre parole, l’utilizzo di quegli elementi del teatro che possano risultare utili per la didattica delle lingue.

– Quali sono i rapporti con la linguistica applicata, educativa, acquisizionale?

– La glottodidattica – spiega – è la scienza dell’educazione linguistica. E ha in Italia un grande rappresentante nell’università di Ca’ Foscari di Venezia. Non a caso uno dei relatori è Paolo Balboni, un linguista, docente dell’università veneziana, Decano del settore «Didattica delle lingue moderne» è tra i più grandi e apprezzati studiosi di Glottodidattica. Stiamo parlando di un uomo che ha dedicato 30 anni della sua vita alla docenza e allo studio di come insegnare una lingua. Quasi tutti noi, professori, abbiamo studiato su uno dei suoi libri. Quando si impara una lingua, non solo è importante conoscerne la grammatica ma anche il saper comunicare attraverso quella lingua.  Ad esempio, accanto alla competenza linguistica dobbiamo possedere le competenze extralinguistiche e le competenze socio-pragmatiche. Gli elementi che convergono nella comunicazione linguistica sono tanti.  La Glottodidattica è la scienza che si occupa di tutto questo.

 

Tanti obiettivi

La dottoressa Danzi parla scandendo le parole. A volte, nel timore di non essere sufficientemente chiara, ripete concetti e sottolinea idee. Nelle sue spiegazioni, la docente ha il sopravvento sulla teorica; l’educatrice sulla studiosa.

– Qual è l’obiettivo del convegno?

– Non è uno – assicura -, ma sono vari.

E passa a illustrarli con passione e pazienza.

– In primo luogo – afferma -, è nostra intenzione seguire e approfondire la ricerca teorica e metodologica della glottodidattica teatrale. Perché? Perché è un nuovo campo di ricerca. Già adesso, in quest’ultimo convegno, possiamo affermare che alcuni aspetti sono piùchiari. Consideriamo che approfondirli è importante per l’apprendimento. Altro obiettivo è creare una rete fra i professori interessati a questa metodologia.  E spiegare loro che il teatro può essere uno degli strumenti utili.

Ci dice poi che nel corso del Convegno sarà battezzato il libro “Glotodidáctica Teatral II”. E’ questa la seconda raccolta degli atti del convegno. E, come d’altronde “Glotodidáctica Teatral”, è destinata ad essere un testo indispensabile per ricercatori e teorici di tutto il mondo. La dottoressa Danzi, poi, ci dice che dal Convegno è nato il “Festival Internazionale di Lingua Straniera di Madrid”;  un evento, a suo avviso, “ugualmente importante”.

-Si è voluto creare a Madrid uno spazio nel quale professori e studenti, che usano questa metodologia, possano mostrare il lavoro fatto – commenta -. Viviamo in una società in cui è quasi obbligatorio imparare le lingue. Ma lo è anche imparare a comunicare. Comunicare non è solamente parlare una lingua ma anche conoscere l’aspetto interculturale. E poi, altro scopo, è naturalmente quello di avvicinare la lingua italiana a Madrid, alla Spagna.

 

Sei insegnante nella “Escuela Superior de Canto” di Madrid. Come ti ha aiutato la conoscenza della Glottodidattica in quest’area?

– La Glottodidattica è fondamentale – afferma perentoria -. Senza teoria non ci può essere una buona pratica. Lo studio teorico approfondito, in questi anni, mi ha permesso di perfezionare anche la pratica. Questa è importante; è molto importante. Ma senza una buona teoria non si riuscirebbero a capire le ragioni delle tue scelte. La teoria, appunto, ti permette di scegliere la strada migliore. La conoscenza della lingua non è solamente un fatto grammaticale. Il mio è un lavoro di ricerca che va avanti da tantissimi anni. E sono contenta che anche altri professori possano servirsi in qualche modo delle ricerche che ho svolto.

Danzi non vuole concludere la conversazione senza evidenziare l’importanza del supporto istituzionale dell’Ambasciata d’Italia e della Sede Centrale della Società Dante Alighieri al convegno.

– L’appoggio istituzionale è sempre molto importante – afferma -. In questa quarta edizione, abbiamo ricevuto un valido aiuto alla nostra iniziativa anche dalla “Universidad Complutense” di Madrid e dalla “Escuela Superior de Canto de Madrid”.

Mauro Bafile

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