L’ indagine Fbi scagiona Kavanaugh. I democratici attaccano

Christine Ford sulla copertina del Time.
Christine Ford sulla copertina del Time.

WASHINGTON.- Il destino del giudice Brett Kavanaugh alla Corte suprema Usa si deciderà nel weekend, con un primo voto procedurale in Senato venerdì per testare se ha la maggioranza e il voto finale sabato. Ma l’indagine lampo dell’Fbi, consegnata al Senato dopo cinque giorni di interrogatori, non è bastata a fare chiarezza sulle accuse di aggressione sessuale avanzate da tre donne, contrapponendo nuovamente i fronti politici: da un lato Donald Trump e i vertici repubblicani, secondo cui gli accertamenti non corroborano le accuse contro il giudice, dall’altro i democratici, che denunciano un’inchiesta “incompleta”, limitata forse dalla stessa presidenza.

A tentare di dare il la alla giornata è stata la Casa Bianca, che appena ricevuto il rapporto del Bureau (1.000 pagine) si è detta subito “fiduciosa nel fatto che il Senato voterà la conferma di Kavanaugh”. Poi il tycoon ha cercato di mettere il suo sigillo su Twitter, definendo le accuse “totalmente non corroborate” e accusando i “meschini e deprecabili democratici” di aver tentato di “rovinare” la vita del giudice.

“Questa è la settima indagine dell’Fbi. Se ne facessimo 100, non sarebbero ancora sufficienti per i democratici ostruzionisti”, ha incalzato. Sulla stessa lunghezza d’onda i maggiorenti repubblicani. “I fatti non supportano le accuse mosse al giudice Brett Kavanaugh. Invece molti dei fatti supportano ora una forte, inequivoca smentita”, ha sentenziato il leader dei repubblicani al Senato Mitch McConnell, attaccando anche lui i dem per aver cercato di “trascinare nel fango” il magistrato.

L’opposizione ha replicato subito: “E’ un’indagine molto limitata, la parte più rilevante è quella che non c’è”, ha ironizzato la senatrice Dianne Feinstein, ipotizzando un condizionamento della Casa Bianca. Lascia perplessi il fatto che l’Fbi abbia concluso l’indagine con due giorni di anticipo sulla scadenza e abbia interrogato solo 9 persone, tra cui Deborah Ramirez, la seconda accusatrice, ma non la prima, Christine Ford, e la terza, Julie Swetnick. Neppure Kavanaugh è stato risentito.

A decidere comunque il destino del giudice saranno cinque senatori incerti, che finora non hanno detto come voteranno. Due, Joe Manchin e Heidi Heitkamp, sono democratici, alle prese con la loro rielezione a midterm in Stati dove Trump ha vinto a man bassa. Tre invece sono repubblicani. Due di loro, Jeff Flake e Susan Collins, hanno già definito l’indagine dell’Fbi “molto accurata”, pur riservandosi un esame più completo: se votassero a favore basterebbero a garantire la conferma di Kavanaugh, anche se la loro collega Lisa Murkowski fosse di opinione diversa.

Intanto sono arrivate ad oltre 1.700 le firme dei docenti di legge in una lettera aperta contro il giudice, mentre il Time ha dedicato la copertina del numero in uscita il 15 ottobre a Christine Ford e al suo “durevole impatto”, componendo artisticamente la sua immagine con la frasi salienti della sua testimonianza. Una testimonianza che ha cambiato l’America, a prescindere da come finirà la vicenda Kavanaugh.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)