Il Pd lancia Manovra ombra. Martina: “Temo tagli alla Sanità”

Sagome in ombra sul simbolo del Pd sul fondo

ROMA. – Il Pd presenta una “manovra ombra”, che si tradurrà in emendamenti quando la Legge di Bilancio del governo arriverà in Parlamento. E sui ritardi dell’esecutivo nel presentare la Nota di Aggiornamento al Def il segretario Maurizio Martina non è stato tenero, visto che ha parlato di “sceneggiata indegna di un Paese occidentale del G7”.

Martina, assieme alla segreteria Dem, ha voluto presentare la contro-manovra alle parti sociali, primo elemento in discontinuità con la precedente gestione di Matteo Renzi. L’incontro è servito dunque a riaprire una interlocuzione con le categorie, elemento importante perché queste, secondo quanto ha riferito il segretario Dem, hanno “espresso preoccupazione sia per come il governo sta procedendo con la manovra, sia sul merito di questa”.

Preoccupazione che il Pd ha fatto proprie: ” “A 7 giorni dalla festa sul balcone di Di Maio non c’e’ ancora un testo del Def ne’ numeri, su cui confrontarsi in Parlamento”. E un “giudizio totalmente negativo” è stato espresso anche sul ministro Tria. Quanto alle contro-proposte del Pd, esse ricalcano il programma elettorale e mettono al centro famiglia, giovani, lavoro e investimenti.

In primo luogo si rende stabile il taglio del costo del lavoro di un punto all’anno per quattro anni per tutti i contratti a tempo indeterminato. Poi viene avviata la pensione di garanzia, per i giovani che andranno in pensione col contributivo e avranno carriere discontinue. Il pacchetto famiglia prevede l’assegno unico di 240 euro al mese per ogni figlio minore a carico. Il costo è di 9 miliardi, il più oneroso della contromanovra.

Innovativa anche la possibilità di detrarre il costo dell’affitto di casa in misura uguale a quello dei mutui. La platea è assai ampia, 4 milioni di famiglie, a partire dalle giovani coppie. C’è poi il raddoppio dei fondi per il Rei che da 3 miliardi salgono a 6.

Infine ci sono gli investimenti. Quelli pubblici tornano nel triennio dal 2% al 3% del Pil, specie in ambiente e Sud. Per quelli privati viene confermata Industria 4.0 ecobonus-sismabonus. Ma è la manovra del governo che preoccupa. Anche se si tenesse il deficit al 2,4%, ha detto Martina, mancherebbero 14 miliardi. “Il rischio clamoroso sono tagli a sanità, scuola, formazione, assistenza”, su cui anche le parti sociali si sono dichiarate preoccupate.

(di Giovanni Innamorati/ANSA)