Marcia della Pace di giovani: “Nessuno sia lasciato solo”

Giovani alla Marcia della Pace da Perugia ad Assisi, avvolti dalla bandiera multicolore della Pace.
Giovani alla Marcia della Pace da Perugia ad Assisi. ANSA/MATTEO CROCCHIONI

ASSISI (PERUGIA). – Tanti giovani e tante famiglie, con gli zaini in spalla, coperti dalle cerate per difendersi dalla pioggia che poi ha lasciato il posto a un timido sole, hanno marciato da Perugia ad Assisi “per la pace e la fraternità”. Contro ogni forma di discriminazione e razzismo. Perché “nessuno deve essere lasciato solo” come recita il manifesto della PerugiAssisi 2018.

Una marcia di gente, 100 mila partecipanti (10 mila studenti) secondo gli organizzatori, con i colori dell’iride, i simboli del volontariato laico e cattolico, dei sindacati e del mondo dell’associazionismo. Praticamente assenti le bandiere dei partiti che avevano caratterizzato le precedenti edizioni. Ad accompagnarli “E’ tempo”, l’inno scritto dagli studenti di cinque scuole del Friuli Venezia Giulia, nessuno slogan se non “Bella ciao” intonata da un gruppo del comasco. Nel serpentone i gonfaloni e i rappresentanti di poco meno di 300 tra Comuni, Province e Regioni italiane.

Con la presidente umbra Catiuscia Marini, Pd, e il sindaco di Perugia, Andrea Romizi, FI, mentre non hanno partecipato esponenti di Governo. L’attualità non rimane comunque fuori dalla Perugia-Assisi Flavio Lotti, anima della Marcia, invita a candidare al Nobel per la pace il “modello Riace”. Un “modello d’accoglienza e solidarietà che risponde ai valori cui la marcia si ispira”.

All’arrivo alla Rocca di Assisi, Marini ricorda quindi che “più di 70 anni fa, l’Europa e l’Italia hanno avuto bisogno della migliore gioventù per difendere la democrazia, per mettere fine alla dittatura nazista e fascista, per liberare i propri Paesi dalla guerra”. “Anche oggi – aggiunge – abbiamo bisogno della migliore gioventù per affermare i diritti costituzionali, per difendere la nostra Costituzione, per ribadire la Dichiarazione dei diritti umani di settanta anni fa”.

“La pace coinvolge e sfida la cultura, l’economia, la politica, l’educazione, interpella ciascuno. L’apporto creativo dei giovani è indispensabile per dare sostanza alla pace” aveva già sottolineato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio a organizzatori e partecipanti.

Parlando a quei giovani che hanno camminato dietro alla bandiera della pace della prima marcia di Aldo Capitini. “Vinci l’indifferenza, conquista la pace” c’è scritto su uno striscione del liceo artistico di Vasto. Arrivato insieme, solo per citare alcuni, all’istituto comprensivo De Amicis Maresca di Locri e al Brignoli-Einaudi-Marconi di Gradisca d’Isonzo-Staranzano.

Con loro don Luigi Ciotti e la gente di ‘Libera’, i Focolari e le Donne contro la guerra, Amnesty, l’Anpi e gli immigrati dell’Arci che proclamano ‘United we stand, divited we fall’. “Il popolo dei ponti” come lo definisce padre Enzo Fortunato. Al quale Mauro Gambetti, custode del Sacro Convento di Assisi, chiede: “custodite la fiammella di Francesco e illuminate il mondo con gesti di pace”.

(di Claudio Sebastiani/ANSA)