M5S cerca di smarcarsi dai “sovranisti”, proiezione europee

Roberto Fico durante l'incontro con il commissario per gli Affari economici, Pierre Moscovici, nella sede della Commissione Europea.
Roberto Fico durante l'incontro con il commissario per gli Affari economici, Pierre Moscovici, nella sede della Commissione Europea.

ROMA. – Roberto Fico a Bruxelles e Luigi Di Maio a Berlino nelle stesse ore in cui Matteo Salvini, seduto al fianco di Marine Le Pen, disegna l’Europa dei sovranisti. E’ uno smarcamento plastico quello che, nel lunedì nero di mercati e spread, il M5S mette in atto rispetto alla Lega nel rapporto con l’Ue. Ed è uno smarcamento che, al di là della manovra, guarda al maggio prossimo e ad una campagna per l’Europee nella quale, stretto tra l’asse anti-sovranista e la Lega di Salvini, il Movimento rischia di trovarsi in un isolamento poco appetibile in termini elettorali.

L’allarme, in fondo, è partito già da diverse settimane quando un possibile sodalizio tra il M5S e En Marche si è arenato già ai blocchi di partenza. Di lì in poi, nei vertici del Movimento si è aperto un dibattito sotterraneo sul rapporto da intavolare per la tornata elettorale di maggio – ma anche per le Regionali – con la Lega. E a testimonianza del fatto che il dibattito è più che mai aperto ci sono le parole dello stesso Fico.

Il presidente della Camera, “spogliandosi” della sua veste istituzionale, diffonde ai microfoni un’assicurazione che diventa anche un avvertimento al Movimento: alle Europee e alle elezioni locali si corre rigorosamente da soli e senza che sia previsto neppure un qualche “patto di non belligeranza”.

Il messaggio di Fico, al momento, è piuttosto condiviso nel Movimento, dove si fa strada l’idea di fare da ago della bilancia, dopo il voto delle Europee, all’interno del nuovo Parlamento Ue. E l’ascesa dell’alleato di governo leghista quasi impone al Movimento di porre l’accento sulle distanze con Salvini da qui al prossimo maggio. E di escludere, al momento, una qualsiasi alleanza post-voto con l’asse sovranista europeo.

La versione dialogante di Di Maio a Berlino e la girandola di incontri di Fico a Bruxelles ha anche l’obiettivo di non chiudere l’Italia e il reddito di cittadinanza in un cul de sac pericoloso. La misura “bandiera” del M5S è difesa con fermezza sia da Di Maio che da Fico: quest’ultimo, mentre Salvini attacca in maniera frontale, porta all’Ue un messaggio di pace. Con la, probabile, sponda silenziosa del Quirinale.

E il messaggio di Fico è recepito con chiarezza dall’Europa. E’ riconosciuto come un interlocutore istituzionale, sottolineano fonti parlamentari. Ma se da un lato le parole di Fico ripercorrono uno schema a due o a tre punte (con Di Battista) già proposto dal M5S per soddisfare le sue diverse anime; dall’altro tra i pentastellati serpeggia anche un altro sospetto: Che l’endorsement arrivato da Bruxelles al presidente della Camera sia anche uno strumento per aumentare le divisioni tra M5s e Lega, quando Di Maio punta invece ad essere interlocutore principale.

(di Michele Esposito/ANSA)