Crollo ponte Genova: cori e fischi, in piazza ira Valpolcevera

La manifestazione di protesta degli sfollati dopo il crollo del ponte Morandi, a Genova.
La manifestazione di protesta degli sfollati dopo il crollo del ponte Morandi, a Genova. (ANSA)

GENOVA. – “Bucci aprici le strade” urlano gli abitanti e i commercianti della Valpolcevera per la prima manifestazione di piazza dopo il crollo del ponte Morandi. Striscioni, cori e qualche fischio, isolato, all’arrivo dei due commissari – il presidente della Regione, Giovanni Toti, e il sindaco Marco Bucci – in piazza De Ferrari, con i manifestanti posizionati dietro a un lungo nastro bianco e rosso: “Vi facciamo vedere come si sta al di là della zona rossa – gridano – la pazienza è finita. Siamo stanchi di vivere dietro a un muro. Se entro 30 giorni non verranno riaperte le strade torneremo in piazza e bloccheremo la città”.

Da “al di là del ponte”, nonostante il giorno lavorativo, sono arrivati in oltre un migliaio, pacifici ma determinati: nessuna vera contestazione, ma neppure applausi al contrario di quanto avvenne il 14 settembre, giorno della commemorazione cittadina della tragedia. La richiesta è di difendere i posti di lavoro per chi vive nei pressi della zona rossa, di potenziare i presidi sanitari ma soprattutto di riaprire le strade di sponda del torrente.

Almeno una, ma in fretta: “Se si riaprono le strade possiamo tornare ad arrivare in orario al lavoro, a raggiungere gli ospedali e gli ambulatori, anche ad avere una vita sociale” spiega Gianluca Briata che ha partecipato all’incontro con Toti e Bucci, rilevando “non una cattiva volontà ma un certo senso di impotenza rispetto a quello che è il divenire della situazione, sia nei confronti dei tempi della giustizia, sia rispetto al decreto Genova”.

Il malessere invade le vie del centro. “Siamo gli sfollati dei servizi”, gridano mentre qualcuno a malincuore dice “Abbiamo perso la speranza ci aspettavamo più rapidità: le istituzioni devono agire velocemente, a Roma non si rendono conto del problema che vive la città”.

Sulla riapertura di via 30 giugno, annunciata come imminente dal sindaco-commissario, gli abitanti della Valpolcevera lamentano la poca chiarezza, come hanno scritto in un documento indirizzato alle istituzioni locali e al prefetto: “Quanto tempo ci vorrà per la riapertura della circolazione su quella strada?” chiedono.

Intanto il Dl Genova comincia il suo iter parlamentare e a Roma il sindaco-commissario alle commissioni riunite Ambiente e Trasporti dice: “Se vogliamo che il ponte sia pronto a Natale 2019, sapendo i tempi di demolizione e costruzione, è opportuno che il primo dicembre prossimo parta il cantiere, se non altro per la demolizione. La cosa è fattibile, ma deve anche essere molto chiaro come fare ad assegnare un progetto nei prossimi 45 giorni”.

Un messaggio anche per i cittadini della Valpolcevera. Nel giorno del corteo, a Genova è arrivato il ministro alle Infrastrutture, Danilo Toninelli, che ha incontrato la commissaria europea Violeta Bulc e le istituzioni locali: “Il decreto sarà migliorato – ha detto – ma invito a non contestarlo perché scritto non solo con il cuore e con la mente vicini a Genova ma con una tecnica giuridica molto elevata che permetterà al nuovo commissario Bucci di lavorare bene e senza occuparsi degli eventuali ricorsi che, se avessimo scritto un po’ meno bene il decreto, avrebbero potuto esserci”.

Toninelli ha incontrato anche una delegazione di sfollati. “Non raccontateci delle bugie” ha detto al termine dell’incontro il portavoce degli sfollati Franco Ravera spiegando che “così come gli altri cittadini ci aspettiamo cambiamenti sostanziali al decreto”. Toninelli si è impegnato con i cittadini a incontrarli di nuovo, forse già tra una settimana. Genova, un po’ arrabbiata, spera.

(di Katia Bonchi/ANSA)

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