Il Colle al governo: “Dialogo con l’Europa”. Tensione sulle pensioni

Governo: Luigi Di Maio, Giuseppe Conte e Matteo Salvini. Manovra
Governo: Luigi Di Maio, Giuseppe Conte e Matteo Salvini.

ROMA. – “Siamo convinti che la strada indicata nella nostra manovra sia quella giusta: coglierò anche l’occasione del Consiglio Ue della prossima settimana per parlarne con l’Europa”. Il premier Giuseppe Conte lo anticipa nel pranzo al Quirinale che precede i vertici a Bruxelles. E il presidente della Repubblica Sergio Mattarella coglie a quel punto l’occasione per esortare i ministri a tenere i toni bassi e a mantenere aperto il dialogo con l’Ue. Dialogo che diventa sempre più importante visti i numeri della manovra e le prime reazioni negative di Bruxelles.

La scena viene riferita in serata, da fonti parlamentari. Ospiti del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, i ministri Giovanni Tria, Enzo Moavero Milanesi, Alfonso Bonafede, Elisabetta Trenta, Paolo Savona e il sottosegretario alla Presidenza Giancarlo Giorgetti. Ciascuno, riferiscono fonti parlamentari, illustra il proprio dossier: Salvini, ad esempio, si accalora parlando del capitolo migranti. Ma non si apre un dibattito.

L’unico passaggio a più voci è quando Conte introduce il tema manovra. “Sono convinto che i mercati – non appena conosceranno la bontà delle misure – capiranno”, dice il premier, pronto a un’offensiva ‘diplomatica’ con le istituzioni e i leader Ue. Ed è a quel punto che Mattarella ricorda l’importanza del dialogo.

Una bocciatura di Bruxelles della prima legge di bilancio gialloverde, è una ipotesi concreta, vista la scelta dell’esecutivo di confermare i saldi messi nero su bianco nel Def. Ma con il passare dei giorni e l’avvio dei lavori per scrivere il testo della manovra – atteso per la prossima settimana – oltre ai saldi emerge il dossier pensioni come il capitolo più spinoso.

La legge Fornero garantisce infatti, agli occhi degli osservatori interni e stranieri, delle agenzie di rating e dei mercati, la sostenibilità del sistema del lungo periodo. E sbandierare – come fanno in serata Di Maio e Salvini – ricadute positive sull’occupazione non basta a placare le preoccupazioni per l’intervento annunciato in manovra.

Però “cambiare la Fornero” per i leader di M5s e Lega è irrinunciabile: “E’ la nostra linea, il nostro programma. Se non facciamo questo andiamo a casa”, è il ragionamento riportato da una fonte di governo. Ma il problema c’è. Lo stesso Quirinale, nella ragnatela di incontri e contatti avuti negli ultimi tempi a tutti i livelli, interni e esteri, avrebbe riscontrato che al di là dei saldi, le pensioni sono il dossier che più pesa nel giudizio negativo sulla manovra.

Soprattutto se nel ‘carnet’ ci saranno tutti i capitoli elencati da M5s e Lega: quota 100 e innalzamento delle minime, ma anche il blocco dell’adeguamento all’aspettativa di vita della pensione di vecchiaia. Meno preoccupante, a livello di sostenibilità, sarebbe il reddito di cittadinanza, anche se a livello normativo e di spendibilità politica promette di creare divisioni anche aspre nella maggioranza.

Tria ha illustrato martedì in Parlamento l’ipotesi di un intervento “temporaneo” sulle pensioni, anche per modulare l’impatto sugli anni a venire. Ma è stato subito stoppato. Così come viene bocciata fin d’ora una idea che fonti di maggioranza attribuiscono sempre al ministro Tria: rispondere a un eventuale declassamento delle agenzie di rating e a una impennata dello spread oltre livelli di guardia, rinviando di qualche mese l’avvio di “quota 100” e reddito di cittadinanza, le misure bandiera del governo, che sono anche le più costose.

Di Maio però non vuole sentirne parlare: il reddito deve arrivare ad aprile, dicono i Cinque stelle. E il patto con Salvini è che “quota 100” parta nello stesso momento. Ad oggi, non si arretra.

(Di Serenella Mattera/ANSA)

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