Migranti: i regolari in Italia producono il 9% del Pil

Lavoratori stranieri impegnati a sollevare delle lastre.
In Italia oltre due milioni i lavoratori extracomunitari

ROMA. – I 5 milioni di stranieri regolari in Italia contribuiscono ad aumentare il numero degli occupati, a produrre quasi il 9% del Pil italiano e ad immettere nelle casse previdenziali 11,9 miliardi di euro. È quanto emerge dal Rapporto 2018 sull’economia dell’immigrazione “Prospettive di integrazione in un’Italia che invecchia” della Fondazione Leone Moressa, presentato a Palazzo Chigi a Roma. Il documento è stato redatto con il contributo della Cgia di Mestre e il patrocinio dell’Oim e del ministero degli Esteri.

Il rapporto segnala che nel 2011 gli occupati stranieri erano pari al 9% della popolazione, mentre nel 2017 hanno raggiunto quota 10,5%. Questi milioni di occupati producono un valore aggiunto pari a 131 miliardi (l’ 8,7% del valore aggiunto nazionale). Il rapporto spiega che si tratta prevalentemente di occupazione “complementare”: la maggior parte degli occupati stranieri svolge infatti lavori poco qualificati.

Il documento segnala poi tuttavia che “non è da sottovalutare l’apporto degli imprenditori stranieri che rappresentano il 9,2% del totale imprenditori”, dato in crescita negli ultimi cinque anni del 16,3% in controtendenza con la diminuzione degli italiani (-6,4).

“Sempre crescente” è poi il numero di italiani che stanno lasciando il nostro Paese: dal 2011 al 2017, il saldo migratorio è stato negativo e pari a -391 mila. Per quanto riguarda l’impatto fiscale, i lavoratori stranieri dichiarano 27,2 miliardi di euro (dato stimato) e versano 3,3 miliardi di euro di Irpef. Inoltre, il loro contributo previdenziale è pari a 11,9 miliardi di euro che aiutano a finanziare il nostro sistema di protezione sociale.

Redditi ed imposte sono naturalmente inferiori alla media italiana in quanto provenienti da lavori poco qualificati. Il documento di Fondazione Moressa lancia quindi l’allarme sulle previsioni demografiche per l’Italia, che “non sono positive”.

Nel 2050, la popolazione anziana in Italia crescerà del 47% e la popolazione in età lavorativa diminuirà del 18% rispetto ad oggi. Il Paese attraverserà quindi “un inverno demografico”, e gli stranieri regolari presenti nel Paese “hanno solamente rallentato questo processo” di invecchiamento e hanno contribuito ad aumentare il numero degli occupati, ma “per far crescere l’Italia è necessario attrarre immigrazione più qualificata, oppure aumentare la mobilità sociale degli immigrati presenti già sul territorio”.

Fondazione Moressa segnala che l’immigrazione “dal 1998 è stata il solo fattore di crescita della popolazione italiana”. Dal 2011 al 2017, nel paese la popolazione straniera è cresciuta di 1,1 milioni senza contare le oltre 800mila naturalizzazioni. Rispetto agli italiani, gli stranieri sono più giovani, il loro saldo naturale è positivo, e incidono sulla spesa pubblica solo con il 2,1%.

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