Pensioni: si studia stop aspettativa vecchiaia dopo il 2019

Persona di spalle con una maglietta con la scritta: La pensione la vogliamo da vivi". Pensioni
Persona di spalle con una maglietta con la scritta: La pensione la vogliamo da vivi".

ROMA. – Per la pensione anticipata nel 2019 il requisito contributivo dovrebbe restare fisso a 42 anni e 10 mesi anche per l’anno prossimo (41 anni e 10 mesi per le donne) mentre l’incremento di cinque mesi dovrebbe scattare per la pensione di vecchiaia ma dovrebbe essere l’ultimo: è quanto sta studiando il Governo nel dossier pensioni che potrebbe portare a fissare l’asticella per la pensione di vecchiaia a 67 anni a lungo, senza gli adeguamenti biennali legati all’aspettativa di vita.

Sulla riforma del sistema previdenziale e le modifiche alla legge Fornero il confronto all’interno della maggioranza prosegue e se sembra ormai assodata l’introduzione della quota 100 con il doppio paletto, ovvero almeno 62 anni di età e 38 di contributi, si profila anche la proroga dell’Ape sociale fino al 2021 e l’estensione dell’opzione donna pur aumentando l’età minima per l’accesso.

Secondo fonti vicine al dossier la platea potenziale dei lavoratori interessati all’uscita nel 2019 sarebbe di 418.000 persone (377.000 dei quali con il mix tra età e contributi) ulteriori rispetto a quelle che maturerebbero i requisiti attualmente previsti per il 2019 per una spesa supplementare di poco meno di otto miliardi. Ecco in sintesi le misure allo studio:

QUOTA 100: si potrà andare in pensione a 62 anni avendo però almeno 38 anni di contributi. Il numero minimo di contributi sarà lo stesso anche a un’età più avanzata, quindi se si esce a 66 anni e 38 anni di contributi lo si farà con quota 104. La quota sarà ancora più alta se si sono maturati più anni di contributi ma non abbastanza per accedere alla pensione anticipata. Si potrà arrivare a 109 se si hanno quasi 67 anni di età e quasi 42 e 10 mesi di contributi.

PENSIONE VECCHIAIA: si andrà a riposo con 67 anni di età e minimo 20 di contributi, così come previsto attualmente per il 2019, ma si studia il blocco dell’aspettativa di vita per gli anni successivi (invece di rivedere l’età ogni due anni collegandolo alla speranza di vita).

PENSIONE ANTICIPATA: l’accesso al pensionamento anticipato indipendentemente dall’età anagrafica sarà possibile anche l’anno prossimo con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 10 per le donne) senza ulteriori incrementi della speranza di vita. Si studia però l’abbassamento a 42 anni (41 per le donne) anche se sarà difficile che l’opzione passi.

APE SOCIALE: la misura del precedente Governo per un reddito ponte per gli over 63 in condizione di bisogno (disoccupati con almeno 30 anni di contributi, persone con lavori gravosi con almeno 36 anni di contributi) che sarebbe scaduta a fine anno sarà prorogata fino alla fine del 2021.

OPZIONE DONNA: Si lavora all’estensione della cosiddetta “opzione donna” ma il requisito iniziale (oltre alla finestra di un anno e all’aspettativa di vita) dovrebbe aumentare di un anno passando da 57 a 58 anni (59 per le autonome). Di fatto la possibilità di uscire ricalcolando tutti i propri contributi con il metodo contributivo sfiorerà per le lavoratrici dipendenti i 60 anni (58 anni, più un anno di finestra mobile più sette mesi di aumento di aspettativa di vita) avendo almeno 35 anni di contributi.