Il sorpasso, l’Italia dalle macerie al boom

Il poster dell'esposizione fotografica "Il sorpasso"
Il poster dell'esposizione fotografica "Il sorpasso"

ROMA. – Non poteva che esserci l’autentica Aurelia B24S Spider protagonista con Vittorio Gassmann e Jean-Louis Trintignant nel cult di Dino Risi ad accogliere i visitatori de ‘Il sorpasso. Quando l’Italia si mise a correre, 1946-1961′, grande mostra fotografica, al Museo Di Roma – Palazzo Braschi dal 12 ottobre al 3 febbraio, che compone, con oltre 160 scatti, filmati e videoinstallazioni un ritratto del nostro Paese dalle macerie del dopoguerra alla rinascita del boom.

Immagini firmate da maestri come Gianni Berengo Gardin, Fulvio Roiter, Cecilia Mangini, Federico Patellani, Wanda Wultz, Tazio Secchiaroli, Bruno Munari, Willian Klein, Alfred Eisenstaedt, Gordon Parks ma anche da tanti fotografi d’agenzia e autori anonimi che ripercorrono il nuovo inizio dell’Italia e degli italiani, fra sguardo al futuro e anacronismi, profondissime spaccature politiche e sociali e unione nazionale davanti alle vittorie sportive, tragedie come Marcinelle o il piccolo schermo della neonata tv.

L’esposizione, organizzata da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, co-prodotta con Istituto Luce-Cinecittà in collaborazione con Zètema progetto Cultura, “racconta un’Italia che ha cercato di superare i suoi limiti, lasciando dietro di sé vecchi problemi e creandosene qualcuno nuovo – spiega Enrico Menduni, curatore della mostra con Gabriele D’Autilia -. E’ dedicata soprattutto ai giovani che possono vedere come da un momento di grande crisi economica e morale si possa uscire a testa alta”.

Attraverso 10 sezioni tematiche (dal lavoro alla politica, dalla fede all’amore), introdotte da riflessioni e brani di opere, fra gli altri, di Pier Paolo Pasolini, Ennio Flaiano, Cesare Zavattini, Ingeborg Bachmann, Italo Calvino, Carlo Cassola, Tullio de Mauro, Ernesto De Martino, Lucio Mastronardi seguiamo passo passo la cronaca di un cambiamento epocale segnato da costanti contraddizioni.

Scatti che ci portano fra i borsari neri o al comizio davanti a una folla oceanica alla basilica di Massenzio, del comandante Valerio (nome di battaglia di Walter Audisio, il capo partigiano che eseguì la condanna a morte di Mussolini); da Fiorello la Guardia, il presidente del piano Marshall, fra la folla, ai nostalgici del duce a Predappio.

Un album (realizzato grazie a vari archivi come quello storico dell’Istituto Luce e quello di Publifoto presso il Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma), che unisce foto al mare di aspiranti miss e balli solo fra uomini in un paesino della Calabria; il furore oratorio di un militante comunista in una piazza e quello di un religioso in un teatro pieno; personaggi anticonformisti come Giò Stajano (nipote del generale fascista Starace) en travesti e la gita aziendale degli operai Fiat in tuta bianca a Lourdes.

Trionfano le vendite dei marchi made in Italy da Zanussi a Olivetti, mentre a scuola addetti della Coca Cola portano in classe ai bambini depliant pubblicitari della bevanda. Ritroviamo scandali come il caso Montesi e il clamore suscitato dalle Kessler; una principessa che scende dal suo motoscafo e minatori siciliani che lavorano, per il caldo, nudi nelle grotte; la macchina crivellata di colpi di Michele Navarra, medico mafioso e il bandito Salvatore Cotta in manette che guarda beffardo verso la macchina fotografica; Don Milani con i suoi studenti e Sophia Loren che legge le notizie sulla corsa allo spazio. Al centro del ritratto ci sono “gli italiani, mostrati per come erano e come sono – sottolinea D’Autilia – attraverso idiosincrasie, passioni e miserie”.

Dopo Roma, la mostra ha già una nuova data fissata, al Palazzo del Governatore di Parma, dall’8 marzo al 5 maggio.

(di Francesca Pierleoni/ANSA)

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