Savona contro Draghi: “Non ha riformato la Bce”

Il ministro Paolo Savona, all'uscita dagli studi di "Porta a porta". Consob
Il ministro Paolo Savona, all'uscita dagli studi di "Porta a porta". ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

ROMA. – Mario Draghi “passerà alla storia” per aver salvato l’economia europea inondandola di miliardi. Ma allo stesso tempo, ha peccato nel non aver posto l’esigenza di rafforzare i poteri della Bce per scongiurare altre crisi. Il duro atto d’accusa arriva dal ministro degli Affari Europei Paolo Savona poco prima che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella scendesse in campo a difesa delle autority indipendenti, tra le quali può essere inserita anche la Banca Centrale Europea.

Draghi e Savona si erano incontrati alcuni mesi fa, quando il ministro italiano aveva fatto tremare i palazzi di Bruxelles evocando un piano B per l’Italia, con l’uscita dall’euro, la cosiddetta profezia del cigno nero. “E’ stato un incontro molto cortese, Draghi capisce”, ha raccontato Savona nel corso di un dibattito a Roma. Lasciando intendere che il capo della Bce, il custode dell’euro ad ogni costo, abbia ben presente l’esistenza di dubbi sull’efficacia dell’attuale governance dell’eurozona. Le differenze, tuttavia, rimangono.

Savona ritiene che lo statuto della Bce debba cambiare, con l’adozione di poteri e strumenti analoghi a quelli delle altre banche centrali. A Francoforte, invece, “la loro idea è che non sia necessaria la revisione dello statuto perché loro i poteri ce li hanno già”, ha spiegato Savona. Il mandato di Draghi, in questo senso, è in chiaroscuro, secondo Savona: “Il giudizio è negativo” nella misura in cui il governatore “non ha posto il tema della riforma strutturale” del suo organismo. E’ invece positivo perché ha messo in moto il Quantitative easing, il massiccio acquisto di titoli di stato.

E tuttavia, ha rilevato Savona, “ci sono voluti tre anni dopo la grande crisi” per avviare tale meccanismo di salvataggio. Ciò dimostra, secondo il ministro italiano, che la Bce “non ha poteri completi”. Tra l’altro, Draghi ha dovuto far fronte alla “complessità del board” della Bce, che riflette le differenze di vedute nell’Ue.

“Proprio per essere riuscito nonostante queste grandi difficoltà, Draghi passerà alla storia. Come non capiterà a me”, ha chiosato Savona, con accenti velenosi. Perché il battagliero ministro chiede che l’Ue cambi, non abbia paura di spendere per alimentare la crescita. Altrimenti, di rigore dei conti sempre e comunque, morirà.

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