La manovra alla prova dei mercati. Venerdì spread a 307

Da sinistra: Giovanni Tria, Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, nella conferenza stampa a Palazzo Chigi. Governo
Da sinistra: Giovanni Tria, Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, nella conferenza stampa a Palazzo Chigi. ANSA/GIUSEPPE LAMI

MILANO. – Sarà l’Italia a tenere banco sui mercati finanziari europei ad oltre 15 giorni dalla Nadef con il rapporto deficit-Pil al 2,4%. Ma tensioni sono prevedibili anche per l’annuncio, poi ritirato, di un imminente accordo sulla Brexit. Dopo il pre-vertice di questa sera il Consiglio dei Ministri licenzierà il ‘Documento Programmatico di Bilancio’, la ‘manovra’ per antonomasia.

Gli occhi, per capire il giudizio dei mercati sul provvedimento, saranno puntati su due parametri: lo spread tra Btp e Bund tedeschi, salito nuovamente venerdì scorso sopra la soglia dei 300 punti per chiudere a quota 307, e l’apertura dell’indice Ftse Mib.

Quest’ultimo era calato venerdì scorso dello 0,5% insieme agli altri indici europei, mentre Wall Street ha chiuso con un rialzo dell’1,13% ed il Nasdaq addirittura del 2,29%. Uno slancio che non è servito a risollevare le sorti dei listini europei, alle prese con il “sorvegliato speciale” Italia, come hanno commentano diversi analisti finanziari, che tendono a sconsigliare un’eccessiva esposizione sui titoli italiani.

E’ il caso di Michele Morra, responsabile del portafoglio investimenti di Moneyfarm, secondo il quale “L’attuale situazione, con la volatilità che ne è derivata sia sul comparto obbligazionario, sia sul Ftse Mib, ricorda quanto sia sconsigliabile concentrare eccessivamente gli investimenti su strumenti finanziari italiani”. “Al contrario – prosegue – si consigliano portafogli costruiti in ottica di diversificazione globale”.

Il responsabile della ricerca di Ethenea Indipendent Investors Yves Longchamp invece sottolinea il “contesto di bassa crescita strutturale e di elevato indebitamento” dell’Italia, il cui futuro, a suo dire “dipende interamente dal livello dei tassi d’interesse e dalla sua capacità di rifinanziarsi sui mercati”. “Se i tassi d’interesse dovessero restare alti per un periodo prolungato pregiudicando la capacità del governo di rifinanziarsi – taglia corto – ci attendiamo un intervento della Banca centrale europea o del Meccanismo europeo di stabilità”.

Gli investitori saranno poi condizionati una lunga serie di dati macroeconomici, a partire dalla produzione industriale giapponese e dalle vendite al dettaglio e dalle scorte delle imprese negli Usa. Seguiranno mercoledì i verbali dell’ultima riunione della Fed e, il giorno successivo, l’Eurosummit, durante il quale il premier Giuseppe Conte cercherà di convincere i suoi omologhi europei della bontà delle previsioni del Governo.

(di Paolo Verdura/ANSA)