Wojtyla: quarant’anni fa arrivò il Papa che veniva da lontano

Wojtyla, Giovanni Paolo II il giorno dell'elezione nel 1978, saluta i fedeli dal balcone
Giovanni Paolo II il giorno dell'elezione nel 1978.

CITTA’ DEL VATICANO. – “Se mi sbaglio mi corrigerete”: così il 16 ottobre del 1978 si presentò, ai fedeli in piazza San Pietro e al mondo, il primo Papa non italiano dopo quasi mezzo millennio. “Di un Paese lontano”, come disse lui, quando la Polonia sembrava davvero così distante e non poteva immaginarsi che di lì a 35 anni sarebbe arrivato un Papa addirittura “dalla fine del mondo”.

Bergoglio lo ricorda così in un recente messaggio ad una diocesi italiana: “Papa Wojtyla ha lasciato un segno incancellabile nella Chiesa e nella società”. Oggi Papa Francesco ha anche ricevuto il Presidente della Polonia Andrzej Duda, in Vaticano proprio per celebrare l’anniversario dell’elezione di Wojtyla a pontefice. E Duda, parlando con i giornalisti, ha sottolineato come i discorsi di Giovanni Paolo II siano “le parole più importanti che siano mai state dette per la Polonia. Ci ha lasciato una grande eredità che è sempre presente nella nostra memoria”.

Era dunque il 16 ottobre 1978 quando, dopo due giorni di conclave, cinque scrutini e tre fumante nere, nel tardo pomeriggio la fumata bianca annunciò al mondo che era stato eletto il nuovo Papa, dopo il pontificato brevissimo di Albino Luciani, durato solo 33 giorni. Cominciò allora l’attesa per conoscere il nome dell’eletto, fino a quando alle 18,45 dalla loggia delle benedizioni di San Pietro il protodiacono Pericle Felici scandì un nome sconosciuto ai più: Karol Wojtyla.

Qualcuno, a sentire il cognome, pensò fosse un africano. Ma poi apparve lui, giovane per essere un pontefice con i suoi 58 anni, deciso. Ruppe ogni protocollo, facendo un saluto, le mani disinvoltamente appoggiate sulla balaustra. Forse non aveva neanche il nome pronto o forse volle omaggiare il suo predecessore scomparso così prematuramente.

Comincia così, quaranta anni fa, il pontificato di San Giovanni Paolo II, che macinerà record su record, dalla lunghezza, quasi 27 anni, al numero dei viaggi; Wojtyla fu anche il primo Papa ad essere stato in precedenza attore e operaio, il primo ad arrivare da un Paese comunista, il primo ad assistere a un concerto rock o ad entrare in una moschea.

La simpatia dell’italiano un po’ stentato nel primo saluto da Papa si trasformò, di lì a pochi giorni, il 22 ottobre, nel suo primo e vero discorso programmatico in Piazza San Pietro dopo la cosiddetta ‘intronizzazione’: “Non abbiate paura: aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo” è l’appello che è diventato anche la ‘cifra’ del suo pontificato.

Poi l’attentato in piazza san Pietro, la devozione a Maria, il ritorno in Polonia, l’amicizia con gli ebrei. Le ‘scappate’ dal Vaticano per andare a sciare, l’amore per i giovani che lo portò ad ‘inventare’ le Giornate Mondiali della Gioventù, veri e propri raduni oceanici.

Ma anche tante scelte controverse, almeno secondo i giudizi di alcuni: dalla distanza con i vescovi latinoamericani che combattevano le dittature di destra, come monsignor Oscar Romero, domenica proclamato santo da Bergoglio, alla scelta per i vertici della Chiesa di ecclesiastici che poi si sono macchiati di reati di pedofilia.

(di Manuela Tulli/ANSA)

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