Mancini: “Con o senza 9, la mia sarà un’Italia d’attacco”

Roberto Mancini a Coverciano, dà le ultime istruzioni agli azzurri riuniti intorno a lui.
Roberto Mancini a Coverciano, catechizza gli azzurri. ANSA/CLAUDIO GIOVANNINI

ROMA. – L’Italia scesa in campo con Ucraina e Polonia gli è piaciuta a tal punto che Roberto Mancini, a distanza di 48 ore dal successo a Chorzow, proprio non ce la fa a nascondere un pizzico di rammarico per il fatto che dovrà attendere un mese per rivederla all’opera. “Purtroppo adesso fino alla gara col Portogallo non ci vedremo più”, ricorda il ct azzurro, con la testa già all’impegno del 17 novembre a Milano.

Lo stadio di San Siro evoca il passaggio più nero della storia recente della Nazionale, lo 0-0 con la Svezia che costò la mancata qualificazione al Mondiale. Nessun azzurro riuscì a segnare ad Olsen, né Immobile né Belotti, centravanti spuntati che a distanza di un anno continuano a non ingranare.

Eppure per Mancini il problema non sussiste. “Il calcio è questo: ci sono dei momenti in cui non vinci e non sai perché anche se lo meriti, a volte gli attaccanti giocano bene e non riescono a fare gol, poi di colpo cambia quindi assolutamente non esiste un problema n.9”, le sue parole a margine di un evento organizzato da Poste Italiane, top sponsor della Nazionale.

Il tasto su cui batte il ct è invece un altro. “La vittoria con la Polonia è stata importante, ma credo lo sia stata di più la prestazione che è arrivata in scia a quella di Genova con l’Ucraina. Questa è la cosa più positiva – sottolinea -. Dobbiamo migliorare molto, dare continuità a risultati e prestazioni, soprattutto confermare la mentalità che dovrebbe essere quella di una squadra offensiva che gioca sempre per attaccare, in casa e fuori. Per fare questo serve un po’ di tempo, bisogna avere pazienza, ma è questo il nostro target finale, riuscire a dare una mentalità vincente”.

E pazienza dovrà averla anche Mancini in questo mese che lo separa dal prossimo impegno in Nations League: “Purtroppo fino alla gara col Portogallo non ci vedremo più quindi la speranza è che i ragazzi possano giocare nelle loro squadre e arrivare con una buona condizione fisica. Poi vedremo come andrà. Il seguito degli italiani? Dipende tutto da noi. I tifosi amano la Nazionale follemente quindi se continuerà a giocare bene e fare risultati non ci saranno problemi”.

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