Aiutava evasori, arrestato un dipendente dell’Agenzia delle Entrate

Agenzia delle Entrate
Agenzia delle Entrate

ROMA. – Un collega lo aveva visto mentre intascava una mazzetta. Una busta piena di soldi consegnata nel bar esterno all’Agenzia delle Entrate, a Roma. Denaro che Orazio Orrei, dipendente dell’ufficio del fisco arrestato oggi per corruzione, assieme al commercialista Maurizio Sinigagliesi, aveva avuto anche il coraggio di contare in ufficio, davanti a tutti. Una operazione immortalata in un video dal collega che ha immediatamente segnalato l’attività illecita al canale ‘whistleblowing’ dell’Entrate.

Rapida è stata anche l’apertura di una indagine interna con conseguente segnalazione all’autorità giudiziaria. I carabinieri, coordinati dai pm del pool per i reati nella pubblica amministrazione, hanno passato al setaccio le operazioni di Orrei. Gli inquirenti hanno accertato che il funzionario era pronto a chiedere 25 euro per ogni singola pratica da “aggiustare” e che il danno erariale si aggira sui 550mila euro. Operazioni che venivano compiute modificando i dati presenti nel sistema informatico dell’Agenzia.

“Una attività seriale”, l’hanno definita gli inquirenti. In pochi i giorni, dal primo dicembre del 2015 al 17 febbraio del 2016, il funzionario ha alterato dati fiscali per oltre 2.278 pratiche per un danno erariale che supera il mezzo milione di euro. Obiettivo dell’impiegato infedele era di fare ottenere ai “richiedenti”, tutti clienti del commercialista finito in manette, una drastica diminuzione dell’importo dell’imposta dovuta.

Nel procedimento, coordinato dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal sostituto Stefano Rocco Fava, sono indagate oltre dieci persone accusate, a vario titolo, di corruzione, accesso abusivo a sistema informatico, truffa aggravata ai danni dello Stato e frode informatica. Nell’ordinanza di custodia cautelare del gip Anna Maria Fattori scrive che la “pluralità delle condotte accertate costituiscono il sintomo di una evidente insensibilità rispetto al dovere di adempiere con disciplina ed onore ai compiti” .

Per il magistrato “quella posta in essere da Orrei è una pericolosa indifferenza rispetto all’interesse patrimoniale dell’Erario alla corretta percezione dei tributi: una totale indifferenza rispetto al buon andamento della pubblica amministrazione”. Allegate alle indagini anche una serie di intercettazioni da cui emergono i rapporti tra Orrei e i suoi “clienti”. Al telefono uno degli indagati taglia corto: “Senti – dice rivolta all’arrestato – dobbiamo fare tutti quanti le tasse. Io non le pago eh! Ti avviso”. Serafica la risposta di Orrei: “Eh ok! Dammi però tutti i documenti, tutto quello che c’è…”.

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