Amarcord:  il giorno che un serpente stoppò l’italo-venezuelano Milillo

Milillo (C) in compagnia del suo amico Filippo Fabiani (S)

CARACAS –  Trasforma in pietra chiunque la guardi negli occhi. E per guardarla ci vuole proprio coraggio dato che la sua testa pullula di serpenti guizzanti! Parlo di Medusa, un mostro leggendario che da sempre trasmette fascino e repulsione contemporaneamente. Il suo mito è ammantato di paure ancestrali e la sua immagine è la somma di quanto più terrificante si possa immaginare. Un’esperienza simile, l’ha vissuta l’italo-venezuelano José “Pino” Milillo, uno dei perni dell’Estudiantes de Mérida negli anni ’80.

Questo campione di origine pugliese é stato l’unico ad aver vinto i due scudetti con gli accademici. Il suo talento palla al piede é elogiato da tutti quelli che hanno avuto la fortuna di averlo visto in campo. Era uno di quei giocatori difficili da fermare quando scattava, ma ci fu una volta che questo talento si pietrificò, non per colpa di Medusa, ma di un serpente che si era intrufolato sul campo di gioco.

Durante una gara amichevole prima della stagione 1987-1988 l’Estudiantes de Mérida andò a far visita a El Vigía. Allora gli accademici erano allenati da Ramón “Pocho” Echenausi che aveva disegnato una formazione con Melillo schierato come attaccante sulla sponda destra.

“Io vedevo che il mister si sbracciava cercando di farsi capire da Milillo. Ma Pino, non correva sulla parte destra ma si posizionava al centro. Una, due, tre volte. Poi, c’è stato un momento in cui Milillo é passato accanto a lui e gli ha chiesto spiegazioni. Mentre parlavano, il Pocho ha visto il serpente ed anche lui é rimasto pietrificato. Milillo prima non aveva detto nulla al mister perché stava lottando per guadagnarsi un posto tra i titolari per la stagione che stava per iniziare” ci racconta l’italo-venezuelano Filippo Fabiani, che allora era il portiere dei biancorossi.

Il serpente che si era intrufolato sul rettangolo verde dello stadio Ramón “Gato” Hernández era fuggito da una delle case edificate vicino al recinto sportivo.

Quella é stata una delle poche volte che José “Pino” Milillo non sfrecciò nel campo da gioco.

(di Fioravante De Simone)

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