Spread a 327 ai massimi di cinque anni, banche a picco

Un operatore indica con una matita l'andamento della borsa sullo schermo del suo computer
Un operatore indica con una matita l'andamento della borsa sullo schermo del suo computer

ROMA. – Giornata nera per l’Italia sui mercati, con uno spread che segna nuovi massimi di oltre cinque anni a 327, rendimenti oltre la soglia di guardia e un tonfo in Borsa che porta diverse banche a nuovi minimi storici, sollevando un punto interrogativo sull’efficacia di alcune recenti ricapitalizzazioni.

Lo scontro nella maggioranza sul condono e quello con Bruxelles, che notifica uno sforamento del deficit “senza precedenti nella storia”, convincono gli investitori che è meglio stare alla larga dall’Italia, in un contesto globale di crescente avversione rischio.

Ma l’innesco lo dà il ‘concambio’ con cui il Tesoro, come già fatto alcune settimane fa, ha riacquistato 3,8 miliardi di euro di un Btp Italia in scadenza ad aprile 2020, emettendo per un pari ammontare Btp con scadenze lungo, fino a 10 e quasi 30 anni. Nell’ottica della gestione del debito serve ad alleggerire i Btp sulla parte a breve termine.

Tuttavia alcuni trader osservano che il segnale per i mercati è stato diverso: c’è di fatto un allungamento di diversi anni di un debito che sarebbe rientrato a breve e che toglie 3,8 miliardi di euro in meno da rifinanziare nel 2020. Un ammontare, peraltro, superiore ai tre miliardi annunciati ieri. Se era un’operazione per restituire fiducia, oggi non era la giornata giusta.

I Btp sono stati colpiti da una pioggia di vendite, complice anche la debolezza del mercato per le aste di debito in Spagna e i rinnovati timori per le banche greche. Il 10 anni è arrivato a un rendimento del 3,68%, mai così alto da inizio 2014, lo spread a due anni ha rotto la soglia dei 200 punti base e quello a cinque quota 300, come a maggio scorso.

Anche il Btp a 30 anni risente dei timori d’instabilità, sfondando i 300 punti base. Inevitabili le ripercussioni sulle banche che (dati di agosto) hanno in pancia oltre 360 miliardi di titoli di Stato italiani e assieme al comparto delle costruzioni fanno di Piazza Affari la più debole in Europa, -1,89%. Bpm e Montepaschi segnano nuovi minimi storici, Intesa Sanpaolo perde il 3,3%, Unicredit il 3,4%.

Con gli investitori che s’interrogano – per gli istituti più deboli – se la forte caduta in Borsa (che porta tutte le banche italiane insieme a valere 33 miliardi in meno di Hsbc, la maggior banca europea) non rischi di vanificare i recenti e difficili aumenti di capitale, o salvataggi nel caso di Mps.

Anche l’euro ne risente, scendendo sotto 1,15 dollari, ma l’attenzione è sul debito. Uno studio di Rabobank citato dalla Bloomberg indica nel 2,63% il rendimento medio oltre il quale il debito pubblico può solo salire, rischiando di innescare una spirale al rialzo.

La giornata secondo Barclays, lo ha fatto schizzare ulteriormente al 3,49%. Ci vuole tempo perché il rialzo si trasformi in un costo di rifinanziamento più alto per il Tesoro, ma i mercati giocano sempre d’anticipo. E guardano con trepidazione al 26 ottobre, data della prossima asta di Btp che sarà seguita dal giudizio sul rating da parte di Standard & Poor’s.

(di Domenico Conti/ANSA)

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