Cresce il pressing dell’Ue sull’Italia, sale il rischio procedura

Bandiere dell'Europa al vento. Ue
Bandiere dell'Europa al vento. (Lapresse)

BRUXELLES. – La speranza della Commissione europea è che il weekend porti consiglio a Roma. Ma è una speranza molto flebile, che prova a sopravvivere ai messaggi che continuano ad arrivare dall’Italia: la manovra non cambierà e nella lettera di risposta a Bruxelles, attesa per lunedì, l’Italia fornirà soltanto ulteriori spiegazioni ma nessuna correzione.

Per questo i commissari sono già pronti: all’ordine del giorno della loro riunione settimanale, che si terrà martedì a Strasburgo, hanno inserito proprio la discussione sul parere della manovra italiana, oltre all’esame delle lettere inviate dagli altri cinque Paesi che pure hanno avuto rilievi. La Commissione, forte dell’appoggio ottenuto dai leader della zona euro, vuole fare in fretta. Ed andare alla bocciatura formale del Documento programmatico di bilancio (Dpb) italiano il prima possibile.

In base alle regole, ha due settimane dalla presentazione della manovra per formulare un parere negativo e chiederne una nuova. Le due settimane scadono il 30 ottobre, ma il presidente Juncker e i commissari Dombrovskis e Moscovici hanno deciso di accorciare i tempi. Forse per mettere pressione all’Italia che, se non facesse un passo conciliatorio, la prossima settimana si troverebbe con un parere negativo della Ue e, dopo pochi giorni, il giudizio di Standard&Poor’s previsto per il 26 ottobre.

Del resto, lo scontro tra Roma e Bruxelles non è solo tecnico, ma anche politico. E l’irrigidimento dell’Europa fa seguito a mesi di toni accesi contro l’Unione europea che il Governo non ha risparmiato. I Paesi dell’Eurogruppo erano già da mesi preoccupati delle intenzioni italiane, e avendole ora nero su bianco hanno dato mandato alla Commissione di agire, senza fare sconti.

Le prossime tappe saranno quindi la bocciatura, la richiesta di un nuovo Dpb e – sempre se il Governo non cambierà rotta – un’opinione negativa finale che preannuncia l’apertura di una procedura per debito eccessivo. Mai scattata prima d’ora. In teoria, quindi, a partire da fine novembre la procedura – che porterà anche a sanzioni pecuniarie – potrebbe essere aperta in qualunque momento. Questo perché riguarderà i conti del 2017, approvati solo perché era stato promesso e mai realizzato uno sforzo di 0,1% nel 2018.

A queste tappe ‘tecniche’, si affianca il percorso politico del confronto Ue-Italia. Il cui prossimo appuntamento è l’Eurogruppo del 5 novembre, quando il ‘caso Roma’ e la sua “deviazione senza precedenti” saranno discussi dai ministri.

(di Chiara De Felice/ANSA)

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