Decreto Genova divide. Salvini: “Il condono Ischia non va bene”

La manifestazione di protesta degli sfollati dopo il crollo del ponte Morandi, a Genova.
La manifestazione di protesta degli sfollati dopo il crollo del ponte Morandi, a Genova. (ANSA)

GENOVA. – Mentre sotto a ponte Morandi gli sfollati sono tornati nelle loro case per prendere i loro beni abbandonati il 14 agosto, a Roma dove è in dirittura d’arrivo alle commissioni Trasporti e Ambiente della Camera, il Decreto Genova divide il Governo.

Le polemiche per il caso Ischia inserito nel documento non si sono placate. “Anche noi riteniamo che alcune norme, come ad esempio il condono edilizio per Ischia, non sia una buona cosa. Non è un bel segnale”, ha detto Matteo Salvini. Il capo della Lega aggiunge però che il dialogo con i 5 Stelle è aperto: “I nostri avversari sono a Parigi e a Bruxelles”.

Interviene anche il vice ministro Edoardo Rixi che annuncia un emendamento della Lega, “una misura di buon senso che evita regali a migliaia di abusi edilizi commessi a Ischia. Pertanto siamo certi che possa trovare il sostegno anche dei colleghi dei 5 Stelle”.

Sul Dl Genova è intervenuto di nuovo anche il ministro per l’ Ambiente Sergio Costa, che ricorda come “molte case di Ischia le ho sequestrate io”. E sottolinea che sulla eventuale “sanatoria per l’isola decide il Parlamento. Se si mettono i paletti io non lo so, perché la vicenda è sul tavolo parlamentare, io ho rappresentato il mio disagio”.

Cerca di mettere il punto il Governatore ligure Giovanni Toti, che come tutti i genovesi ha fretta di avere il decreto per potere avere al più presto il nuovo ponte. “Sul decreto Genova stiamo lavorando. E’ stato scritto in fretta e furia nella prima versione, sta molto migliorando grazie al lavoro di tutti in parlamento nella conversione. Resta la perplessità sull’impostazione di base cioè nel non affidare la ricostruzione a chi ha fatto il danno, cioè Autostrade, ma bensì con un bizantinismo giuridico a qualcun altro che poi dovrà recuperare i soldi. Però ci sono soldi per gli sfollati, stiamo ragionando sulla cassa integrazione, sulla competitività del porto”.

Intanto il Commissario per la ricostruzione Marco Bucci getta acqua sul fuoco delle prime polemiche tra sfollati della zona rossa e abitanti della limitrofa zona arancione: “Quando in famiglia ci sono più figli, non so se uno possa avere paura di rimanere senza cibo perché si dà da mangiare a un fratello, io non credo che i genovesi siano così”.

Sul fronte giudiziario, ha testimoniato un dirigente del Mit. Non fu una approvazione “tecnica” quella fatta dalla Divisione 4 della Direzione generale del ministero delle Infrastrutture sul progetto di retrofitting (i lavori di rinforzo sulle pile 9 e 10) del ponte Morandi ha detto in sintesi Giovanni Proietti, dirigente della Divisione 4, nel corso dell’interrogatorio davanti al pubblico ministero Massimo Terrile.

Chiede di non dividersi sul nuovo ponte l’architetto Renzo Piano. “I ponti li devono costruire gli ingegneri, con bravi costruttori. Bisogna costruirlo rapidamente ma non di fretta. Deve essere un ponte che duri mille, duemila anni”. Piano si fida delle capacità della sua Genova: “Credo che i commissari stiano lavorando su questo, sono bravi, sia il sindaco, sia il governatore, lasciamoli lavorare”.

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