Boom produzione pasta in dieci anni. Venezuela terzo consumatore mondiale

i, pomodori e basilico. Pasta day
25 ottobre, il World Pasta Day

NAPOLI. – In vista dei festeggiamenti a Dubai il 25 ottobre per il World Pasta Day che compie 20 anni a Napoli si è svolta una ‘tappa’ di avvicinamento all’evento e i dati dicono che il piatto simbolo della dieta mediterranea registra enormi passi avanti; esso si propone come alternativa buona, sana, sostenibile per nutrire un pianeta sospeso tra obesità e malnutrizione.

A Dubai, città-mondo dove 9 abitanti su 10 sono stranieri, la pasta si mangia soprattutto fuori casa e la cucina italiana è la preferita nei 16mila ristoranti della città. Sono 15 i milioni di tonnellate di pasta prodotta in tutto il mondo, e quasi 1 piatto di pasta su 4 consumati nel mondo è fatto in un pastificio italiano.

Anche nel 2018 il nostro export è sugli scudi. Secondo i dati di Aidepi (Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane) e Ipo (International Pasta Organisation), che promuovono l’iniziativa, la sua produzione mondiale oggi sfiora, come detto, i 15 milioni di tonnellate, in crescita del 3% rispetto all’anno scorso e vicina a “doppiare” i 9 milioni del 1998.

Con due costanti: allora come oggi l’Italia è prima al mondo nella classifica dei Paesi consumatori (con 23kg di pasta pro capite precediamo Tunisia, 17 kg, e Venezuela, 12 kg). Rispetto a 20 anni fa, il mondo mangia sempre più pasta italiana. Secondo elaborazioni di Aidepi, sono aumentati i Paesi destinatari (oggi quasi 200, +34%) ed è più che raddoppiata la quota export, da 740mila a oltre 2 milioni di tonnellate, più della metà della produzione.

Germania, UK, Francia, USA e Giappone si confermano i Paesi più ricettivi verso la pasta italiana anche nel 2018, con un incremento delle esportazioni tra il 6 e il 12% nei primi 6 mesi dell’anno. Mentre le performance migliori dell’anno si registrano in Russia (+76%), Olanda (+29%), Arabia Saudita (+27%) e Australia (+16%). Quest’anno la “capitale mondiale” di una pasta che non conosce frontiere sarà Dubai, città-mondo dove l’88% dei residenti è di origine straniera.

Nella prossima sede di Expo 2020, parteciperanno 250 delegati tra pastai, istituzioni, rappresentanti della comunità scientifica, giornalisti e opinion leader del food, per raccontare gusto glocal, plus nutrizionali, e sostenibilità della pasta. La scelta di Dubai è anche un omaggio al contributo della cultura araba all’invenzione del formato di pasta più famoso. Nella Sicilia araba del IX secolo nascono infatti gli Ittriyya, sottili fili di pasta essiccata che, perfezionati dai “Vermicellari” italiani, diventeranno i moderni spaghetti.

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