Rafael Cadenas riceve il “Premio Reina Sofia” alla poesia iberoamericana

Il poeta, di 88 anni, ha presentato a Madrid, presso il Palacio Real, una nuova antologia poetica titolata "No es mi rostro"

MADRID – Il poeta Rafael Cadenas, che oggi riceverà il “XXVII Premio Reina Sofía de Poesía Iberoamericana”, ha presentato, nel Palacio Real, una nuova antologia delle sue opere; l’antologia di uno scrittore che, ha sottolineato, “non è ancora cosciente della persistenza delle sue opere”.

– Non ho mai pensato in premi – ha confessato il poeta -. E’ semplicemente accaduto. Tra l’altro, mi fan paura.

Il poeta, di 88 anni, riceverà il premio che concede l’Università di Salamanca. E’ questo uno dei più prestigiosi riconoscimenti alla poesia in lingua spagnola.

L’Antologia presentata nel Palacio Real, titolata “No es mi Rostro”, pone l’accento sull’importanza dell’amicizia tra spagna e Venezuela e mostra la maturità della sua poesia raggiunta grazie alla spinta dell’esperienze vissute.

– Nei libri che ho scritto – spiega -, c’è tanto passato, c’è tanto presente ma poco futuro.

Riferendosi poi alla situazione attuale che vive il Venezuela, rileva che l’inflazione ha impoverito tutti.

– E’ stato simbolo della democrazia che bisogna difendere perché è minacciata in tanti paesi – commenta -. Il totalitarismo è sopravvissuto ed è tornato. Non bisogna distrarsi. Più che ribelle aspiro ad essere cosciente.

Alla presentazione del libro, tra gli altri, erano presenti: Alfredo Pérez de Armiñán, Presidente del “Patrimonio Nazionale”; il Preside della “Universidad de Salamanca”, Ricardo Rivero e Pablo Gómez Cova.

Membro della generazione del 28, nelle sue opere Cadenas trasmette il suo amore per la libertà e la difesa dei diritti umani, ancora oggi calpestati in tanti paesi.

Il Poeta Cadenas è vicino alla nostra Comunità attraverso Fundavag, la fondazione creata da Filippo Vagnoni. Fundavag, con la pubblicazione di opere letterarie di autori italiani e venezuelani, promuove l’integrazione culturale tra due paesi tanto diversi eppure tanto vicini.

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