Terremoto 6.8 in Grecia, allerta tsunami nel sud Italia

Cartina della zona dell'epicentro del terremoto
Cartina della zona dell'epicentro del terremoto (isola di Zante). (ANSA)

ROMA. – Una potente scossa di terremoto al largo della Grecia, che non ha provocato vittime, ha fatto scattare in piena notte l’allarme tsunami sulle coste italiane: per qualche ora tutti i sistemi di monitoraggio sono stati in allerta e l’Ingv con un tweet ha invitato i cittadini di Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia a stare lontani “da coste e spiagge”. Ma già all’alba l’allarme è rientrato senza che si registrassero danni sul territorio italiano.

L’epicentro del sisma, di magnitudo 6.8, è stato localizzato nel mar Ionio a 38 chilometri a sud ovest dall’isola di Zante e ad una profondità di 14 chilometri. La scossa, attorno alle due di notte (l’una in Italia), è stata avvertita distintamente fino ad Atene, a circa 300 chilometri di distanza, oltre che in tutto il sud Italia, in Albania e a Malta.

E proprio a Zante sono stati registrati i danni maggiori, in particolare nel maggior porto dell’isola che è comunque sempre rimasto operativo. Per diverse ore inoltre la fornitura di energia elettrica è stata interrotta. “Stiamo controllando tutti i villaggi dell’isola, dove ci sono numerosi vecchi edifici”, ha detto all’Ap il portavoce della protezione civile Spyros Georgiou, aggiungendo che la mancanza di elettricità ha reso le cose più difficili.

In una delle vicine isole Strofadi sono stati segnalati pesanti danni all’antico monastero, di cui è crollata gran parte della torre. Parte di una chiesa è crollata anche nella città di Pyrgos, sulla costa. A generare il terremoto e il successivo tsunami, spiega Francesco Mele, ricercatore dell’Ingv al lavoro nella sala operativa del centro allerta tsunami italiano, è stata la “rottura di una faglia lunga 15-20 chilometri a circa 10 chilometri di profondità, che si è poi propagata in superficie sollevando il fondo marino e l’acqua sovrastante”. Per questo, aggiunge, “abbiamo subito lanciato un’allerta tsunami di livello ‘rosso’, il più alto, per le coste greche, e ‘arancione’, quello intermedio, per le coste italiane”.

Secondo i dati dell’Ingv, rilevati dai sensori installati nei porti, lo tsunami ha fatto sollevare il livello del mare di dieci centimetri a sud di Crotone, di 3-4 centimetri lungo la costa di Catania, di 8 centimetri a Otranto e di 12 centimetri nelle coste greche. Nulla di preoccupante visto che sono variazioni “di ampiezza analoga a quelle generate da una nave che lascia il porto”.

Il terremoto si è originato in una zona sismica molto attiva per la presenza di un sistema di faglie nella costa ionica greca: “la placca che occupa tutto il mar Ionio – dice ancora Mele – si è spostata rispetto a quelle che comprendono la penisola balcanica e la Grecia” e il fondo marino si è mosso per la rottura di faglia giunta in superficie.

“Il mare ha risposto all’anomalia tornando all’equilibrio con un’onda di tsunami, che – conclude il ricercatore dell’Ingv – in pochi minuti ha raggiunto le coste greche e in circa 45 minuti quelle italiane, in particolare calabresi, siciliane e pugliesi”.

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