F1: in Messico Hamilton soffre ma è campione del mondo

La Mercedes di Lewis Hamilton, ina azione durante la gara di F1 in Messico.
La Mercedes di Lewis Hamilton, ina azione durante la gara di F1 in Messico. (ANSA/AP Photo/Marco Ugarte)

ROMA. – In Messico, al termine del gran premio più sofferto della stagione, Lewis Hamilton si è laureato per la quinta volta campione del mondo della F1, raggiungendo un’icona della velocità come Manuel Fangio. Al pilota Mercedes è bastato il quarto posto per confermarsi il migliore. Nemmeno nel 2017 era riuscito a salire sul podio, ma anche allora il titolo era arrivato sulla pista centramericana.

Ha vinto meritatamente la Red Bull di Max Verstappen (bis dello scorso anno), seguito sul podio dalle Ferrari di Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen che questa volta hanno indovinato a pieno la strategia dei pit stop. Dopo aver tagliato il traguardo che valeva il mondiale con due gare di anticipo, Hamilton ha dato spettacolo per il pubblico con le evoluzioni della sua monoposto. Poi, sceso dalla vettura, ha abbracciato Vettel, che è stato il primo a complimentarsi con lui per il successo.

“Non ho vinto qui, ma in tutte le gare che hanno preceduta questa – ha detto il cinque volte campione della Formula 1 – quindi voglio ringraziare tutta la squadra, dai ragazzi in fabbrica ai meccanici del box”. Gara sofferta, si diceva, per la Mercedes, che ha sofferto l’usura delle gomme più dei team avversari. “E’ stata una gara orribile – ha spiegato Hamilton – Dopo una buona partenza stavo recuperando, poi invece ho cominciato a faticare tantissimo. Allora ho pensato solo ad arrivare in fondo”.

“Dobbiamo accettare il verdetto della pista – ha riconosciuto Vettel – Lewis ha avuto una stagione perfetta”, impreziosita da nove vittorie ed altrettante pole. Davvero sfortunatissimo Daniel Ricciardo. Partito davanti a tutti, al via l’australiano della Red Bull è stato ‘bruciato’ da Verstappen ed Hamilton. Ha comunque recuperato, risalendo fino al secondo posto, quando – a 10 giri dal traguardo – il posteriore della sua vettura ha iniziato a lasciare una scia di fumo, finché il motore lo ha abbandonato. In quel momento era in lotta con Vettel, che si è ritrovato secondo, seguito da Raikkonen.

Nulla è più cambiato fino alla bandiera a scacchi, che Hamilton ha passato davanti a Bottas, quinto, seguito da Hulkenberg e Leclerc. Per tutti i 71 giri, consapevole che gli sarebbe bastato il settimo posto per festeggiare, Hamilton non ha cercato la bagarre con gli avversari. Basta rivedere come si è lasciato passare da Vettel alla 39/a tornata, che in quel momento gli ha tolto la seconda piazza, senza opporre grande resistenza, costretto a risparmiare le gomme che in Messico sono state la grande incognita della Mercedes. Anche perché è stato subito chiaro che tenere il passo di uno strepitoso Verstappen oggi era impossibile per chiunque.

Il giovane pilota della Red Bull ha ottenuto la quinta vittoria in carriera con una prova perfetta, che lo ha visto andare al comando fin dalla prima curva, per poi tenere un passo costante e sempre veloce, tanto che negli ultimi giri dal box hanno dovuto invitare l’olandese ad alzare un po’ il piede dall’acceleratore.

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