Frena l’attività manifatturiera. Italia ai minimi da quattro anni

Un operaio al lavoro nel nuovo stabilimento della Guala Closures Group.
Frena l'attività manifatturiera. ANSA / MATTEO BAZZI

ROMA. – Improvvisa battuta d’arresto per il settore manifatturiero in Italia dopo due anni di espansione. Ad ottobre il comparto registra una contrazione superiore alle stime col relativo indice Pmi in discesa a 49,2 punti da 50 di settembre, segnando il valore più basso da dicembre 2014. La soglia dei 50 punti fa anche da spartiacque tra espansione e contrazione del ciclo ed era da agosto 2016 che l’indice non precipitava sotto questa quota.

Secondo gli economisti il dato rappresenta “un altro colpo per la crescita dell’Italia dopo la stagnazione del terzo trimestre” certificata dall’Istat e potrebbe avere “un impatto negativo” sulla crescita del quarto trimestre. La contrazione dell’attività manifatturiera in Italia si inserisce in un quadro di rallentamento generale del settore che coinvolge tutta la zona euro.

L’indice Pmi manifatturiero dell’Eurozona è sceso a 52 punti, secondo la lettura finale, contro un dato preliminare di 52,1. Anche in Germania, la cosiddetta Locomotiva d’Europa, il settore rallenta oltre il previsto, con l’indice in discesa a 52,2 punti. L’indice Pmi (Purchasing Managers Index), rilevato da IHS/Markit sia per il settore manifatturiero che per i servizi, è uno dei più seguiti dai mercati e dalla stessa Banca Centrale Europea per capire l’andamento futuro dei due comparti.

E nella stessa giornata in cui l’industria italiana mostra segnali di peggioramento, arriva anche il commento dell’agenzia di rating canadese Dbrs sulla crescita del Belpaese. “Davanti ad uno scenario dove c’è già un rallentamento della crescita, un calo della fiducia delle imprese e tassi di interesse più alti, non ci aspettiamo un miglioramento sostanziale della crescita italiana e nel breve termine, ad esempio nei prossimi trimestri, l’economia potrebbe risentirne negativamente”, afferma l’agenzia, sottolineando che “il tema principale è se il Governo riuscirà a formulare e realizzare un’agenda pro-occupazione che sostenga, piuttosto che invertire, la performance di crescita dell’Italia”.

Dbrs si aggiunge così alla lunga lista di organismi ed istituzioni internazionali e nazionali che considerano troppo ottimistiche le stime del Governo sulla crescita dell’Italia nei prossimi mesi. Il governo gialloverde prevede, infatti, una crescita di “almeno” l’1,5% l’anno prossimo grazie all’impatto delle misure adottate con la manovra.

(di Alfonso Abagnale/ANSA)

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