Undici Regioni chiedono emergenza maltempo, Po fa paura

La piena del fiume Po ai Murazzi di Torino, 6 novembre 2018. Maltempo
La piena del fiume Po ai Murazzi di Torino, 6 novembre 2018. ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

TORINO. – Superano i tre miliardi di euro i danni causati dal maltempo che ha devastato l’Italia da Nord a Sud. La stima è del ministro per le Infrastrutture, Danilo Toninelli, che, durante un sopralluogo nel Tigullio, ha annunciato l’intenzione di nominare un commissario “che abbia la possibilità di seguire procedure semplificate” per “fare bene e in legalità”.

In attesa del Consiglio dei ministri urgente, previsto per giovedì o al massimo venerdì, sono undici le Regioni che hanno chiesto lo stato di emergenza. Un lungo elenco che rischia di allungarsi ancora: nel giorno dei funerali delle vittime di Casteldaccia, a Palermo, l’allerta torna a preoccupare il Nord, con la pioggia che ha gonfiato i fiumi del Piemonte facendo tracimare il Po ai Murazzi di Torino.

L’instabilità, al centro-nord, durerà tutta la settimana. Permane per le prossime 36 ore l’allerta arancione sul Piemonte, dove proprio oggi ricorrono i 24 anni dall’alluvione che provocò 70 morti e oltre 2.200 sfollati. “La piena di Po, che questa mattina era nel cuneese, sta arrivando a Torino – spiega Secondo Barbero, responsabile del sistema di allertamento di Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale – Il livello del fiume ha già raggiunto i Murazzi e si prevede ancora un incremento di una cinquantina di centimetri”.

Valori significativi, ma “molto al di sotto di quelli raggiunti nel 2016, quando una parte di Moncalieri, alle porte di Moncalieri, finì sott’acqua. Sorvegliati speciali, nel Verbano Cusio Ossola, anche i laghi d’Orta e Maggiore, con quest’ultimo che ha superato quota 200 centimetri sul livello idrometrico e che nelle prossime ore potrebbe esondare a Pallanza. Alcune case sono a rischio evacuazione a Vogogna, dove il rio che lambisce la chiesa parrocchiale ha avuto una improvvisa ondata di piena.

Piccole frane, smottamenti e strade chiuse, con gli inevitabili disagi, anche in Valle di Susa e nelle Valle di Lanzo, nel Torinese, nel Biellese, nel Cuneese, nell’Alessandrino e nel Vercellese. Ed è ancora allerta, ma gialla, in Liguria, dove nel pomeriggio davanti a Genova si è formata una tromba marina e le forti piogge hanno allagato alcuni scantinati.

Oltre che dalla Liguria, le richieste di stato di emergenza sono arrivate al Dipartimento della Protezione Civile da Veneto, Friuli Venezia Giulia, Sicilia, Lazio, Sardegna, Calabria, Toscana, Emilia-Romagna, Lombardia e Trentino Alto Adige. Gli stessi territori che intendono dare vita ad un coordinamento nazionale per accedere al Fondo di Solidarietà dell’Ue, 500 milioni di euro l’anno per le zone colpite dalle calamità naturali.

“I progetti finalmente stanno uscendo, anche in larga misura, e i soldi ci sono. Poi, se non bastassero, andremo a prendere altri fondi in Europa come i denari della Banca europea per gli investimenti. A quelli non ho detto di no, ho semplicemente detto che avrei finanziato solo quello che è progettato”, precisa il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, in merito all’utilizzo delle risorse della Bei. Le polemiche politiche, però, non mancano.

Il ministro Toninelli indica in Genova il modello da seguire – “Nei prossimi giorni il decreto verrà approvato e arriveranno i soldi e penso che questo stesso modello debba essere utilizzato anche nelle altre regioni” – per il governatore della Campania Vincenzo De Luca “la sanatoria generalizzata a Ischia porterà i morti”.

“Vogliamo sperare che prevalga il senso di responsabilità e che si finisca di guardare alle decine di migliaia di abusivi come a un terreno di caccia elettorale – sostiene il presidente Campano -. La posizione del Governo è totalmente irresponsabile per un verso e demagogica per un altro verso perché non si muoverà una foglia a Ischia in queste condizioni”.