Bolsonaro a Italia: “Portatevi via il criminale Battisti”

Cesare Battisti in manette arrestato al confine boliviano per traffico di valuta l'anno scorso.
Cesare Battisti in manette arrestato al confine boliviano per traffico di valuta l'anno scorso. ANSA/FERNANDO BIZERRA JR

ROMA. – Jair Bolsonaro vuole cacciare Cesare Battisti. Lo ha promesso tante volte e lo ha ribadito incontrando le autorità italiane, anzi chiedendo loro a gran voce di “portarsi via questo criminale”. Il presidente eletto brasiliano ha promesso che “la protezione della sinistra” di cui ha goduto finora l’ex terrorista finirà. Le acque, in effetti, si stanno muovendo. L’Alta Corte brasiliana ha accelerato l’esame del caso, per chiarire una volta e per tutte a chi spetti l’ultima parola sull’estradizione.

Poco più di una settimana dopo la sua vittoria alle urne, Bolsonaro ha avuto un incontro con i rappresentanti del governo italiano: ha ricevuto nella propria residenza privata a Rio l’ambasciatore Antonio Bernardini ed i consoli generali Filippo La Rosa e Paolo Miraglia Del Giudice in occasione di una cerimonia per i 25 anni del mensile italo-brasiliano ‘Comunità Italiana’. Tra i temi affrontati c’è stato anche il caso dell’ex terrorista condannato all’ergastolo in Italia per quattro omicidi ma protetto dall’asilo politico concessogli dal presidente Lula nel 2010, di cui l’Italia chiede da tempo l’estradizione.

Bolsonaro non ha usato giri di parole: “Abbiamo già molti banditi in Brasile, ora portate via questo criminale. Fosse stato per me Battisti sarebbe già in Italia”, ha detto all’ambasciatore Bernardini, come hanno riferito i cronisti di ‘Comunità Italiana’, presenti all’incontro. L’obiettivo di Bolsonaro è chiaro. Porre fine alla lunga stagione dei governi di sinistra, che tra le altre cose si sarebbero macchiati di aver “protetto” Battisti. “Ma questo non si ripeterà”, ha assicurato, ricordando “quanto questo caso sia stato duro per l’Italia”.

Lo stesso ambasciatore Bernardini, al termine dell’incontro, ha rilevato con soddisfazione che “Bolsonaro condivide la posizione del governo italiano” sull’estradizione. Analogo apprezzamento, del resto, era stato già espresso dal ministro dell’Interno Matteo Salvini. In questa nuova atmosfera, sembrano aprirsi degli spiragli anche sul fronte giudiziario.

Il caso è fermo da mesi nelle stanze dell’Stf, il Supremo Tribunale Federale. La più alta corte brasiliana deve chiarire se il presidente della Repubblica abbia o meno l’autorità di revocare l’asilo politico a Battisti, favorendo così il suo rientro in Italia. Però uno dei suoi magistrati, Luiz Fux, ha concluso la sua relazione sul caso ed ha chiesto al presidente dell’alta corte, José Antonio Dias Toffoli, di fissare una data per la sua discussione. Poche ore prima, la procuratrice generale Raquel Dodge aveva sollecitato i giudici ad esprimersi con urgenza.

Battisti, da parte sua, nei giorni scorsi si è detto tranquillo perché “protetto dalla Corte Suprema”. Ma le sue quotazioni in Brasile erano già calate precipitosamente dopo l’arresto al confine boliviano per traffico di valuta, avvenuto un anno fa, anche se poi era stato rilasciato. In quell’occasione, il presidente uscente Michel Temer si era espresso a favore della sua estradizione, rompendo per la prima volta con i suoi predecessori, Lula e Rousseff. Temer però aveva rinviato il caso all’Alta Corte. Su cui ormai sono puntati tutti i riflettori.

(di Luca Mirone/ANSA)