Cei: “Se si sbagliano i conti non c’è una banca di riserva che ci salverà”

Il presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), il cardinale Gualtiero Bassetti durante un suo intervento. Rai
Il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Gualtiero Bassetti

ROMA. – L’Italia è un “Paese sospeso”, dove mancano investimenti e prospettive, dove perdura la crisi economica e imperversa l’arroganza. Un Paese dunque chiamato a ritrovare i suoi valori perché “non c’è un’Italia di riserva”. Valori da recuperare nel contesto europeo per evitare il ritorno dei nazionalismi che sono il “motore dei conflitti”. E’ quanto ha detto il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Gualtiero Bassetti, aprendo i lavori dell’assemblea dei vescovi.

Il Presidente della Cei è intervenuto anche nel dibattito di politica economica, in primo piano in queste settimane di manovra. “Stiamo attenti”, è stato l’appello. “Se si sbagliano i conti non c’è una banca di riserva che ci salverà: i danni contribuiscono a far defluire i nostri capitali verso altri Paesi e colpiscono ancora una volta e soprattutto le famiglie, i piccoli risparmiatori e chi fa impresa”.

Bassetti ha parlato dell’Italia come di “un Paese sospeso”, “caratterizzato dalla mancanza di investimenti e di politiche di ampio respiro” dove ” gli effetti della crisi economica continuano a farsi sentire in maniera pesante, aumentando l’incertezza e la precarietà, l’infelicità e il rancore sociale”. E “al posto della moderazione si fa strada la polarizzazione, l’idea che si è arrivati a un punto in cui tutti debbano schierarsi per l’uno o per l’altro, comunque contro qualcuno”.

In Italia imperversa “un linguaggio imbarbarito e arrogante, che non tiene conto delle conseguenze che le parole possono avere. Stiamo attenti a non soffiare sul fuoco delle divisioni e delle paure collettive – ha avvertito Bassetti -, che trovano nel migrante il capro espiatorio e nella chiusura un’improbabile quanto ingiusta scorciatoia”. Arriva poi dal numero uno dei vescovi una risposta indiretta alle tante polemiche suscitate dalla recente sentenza della Corte Ue sull’Ici per gli immobili della Chiesa.

Non la cita il cardinale di Perugia ma commenta: “Tocchiamo con mano anche la fragilità culturale: senza avvolgerci in inutili vittimismi, ne è espressione la stessa caricatura che anche di recente i media hanno offerto della nostra Chiesa, quasi fossimo preoccupati essenzialmente di difendere posizioni di privilegio e tornaconto economico”.

L’assemblea della Cei è riunita in questi giorni nell’Aula del Sinodo del Vaticano. Tra i temi del confronto anche il contrasto alla piaga della pedofilia da parte di uomini del clero, in vista dell’incontro di febbraio tra il Papa e tutti i Presidenti delle Conferenze episcopali del mondo.

(di Manuela Tulli/ANSA)

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