Suggestione Hillary per il 2020. “E’ pronta a correre”

Hillary Rodham Clinton durante l'ultima campagna elettorale.
Hillary Rodham Clinton durante l'ultima campagna elettorale. EPA/CRISTOBAL HERRERA

WASHINGTON. – Nonostante sia stata già sconfitta due volte, la prima da Barack Obama e la seconda da Donald Trump, Hillary Clinton potrebbe tornare a candidarsi nel 2020 per infrangere il ‘soffitto di cristallo’ alla Casa Bianca, gelando il suo partito proprio mentre va a caccia di una leadership nuova e prepara la battaglia al Congresso dopo aver riconquistato la Camera nel voto di Midterm.

Ad annunciare il ‘came back’ Mark Penn, sondaggista e consigliere di vecchia data della famiglia Clinton, e Andrew Stein, presidente del New York City Council vicino a Bill e Hillary, autori sul Wall Street Journal di un intervento dal titolo perentorio: “Hillary correrà di nuovo”. I due sostengono che l’ex first lady, forte del 75% di consenso tra i dem, conquisterà facilmente la nomination reinventandosi come paladina liberal.

Una Clinton 4.0, dopo la versione centrista contro Obama e quella più progressista contro Trump, che però sbancò tra la middle class bianca e nel Midwest. Ma l’ombra del Russiagate e la vittoria del voto popolare non l’hanno mai convinta che aveva perso davvero. “Era stata derubata di nuovo, diceva a se stessa. E dopo aver rimuginato per due anni, il tempo di scrivere un libro, la Clinton ne è uscita libera. Non consentirà che questa umiliante sconfitta ad opera di un dilettante metta fine alla storia della sua carriera”, spiegano Penn e Stein.

“Ha la missione incompiuta di essere la prima donna presidente e una vertenza aperta contro Trump, i cui supporter l’hanno messa alla berlina con i loro cori ‘arrestatela’. Questo deve essere vendicato”, aggiungono.

Il modello per tornare a vincere sarà Richard Nixon, che riscattò la sua sconfitta con John Kennedy nel 1960 conquistando la Casa Bianca otto anni dopo. Anche la campagna sarà diversa: basta viaggi in furgone per il Paese con la sua ex consigliera Huma Abedin, questa volta “entrerà dalla porta principale, mobilitando l’esercito delle donne professioniste dietro di lei, facendo leva sui social network e rastrellando donazioni”.

Hillary “spera di emergere come forza inarrestabile per distruggere Trump, cavalcando il movimento #Metoo, la sanità per tutti e il controllo delle armi”, e “metterà da parte il marito Bill e lo stesso Obama, limitando il loro ruolo nella raccolta fondi”. Quanto all’ex sindaco di New York, il miliardario Mike Bloomberg, “la sosterrà piuttosto che correre” mentre l’ex voce presidente Joe Biden “non sarà in grado di affrontarla”.

“Non fate attenzione alle dichiarazioni ‘non correrò, è l’avviso finale: “potrà saltare l’Iowa ed entrare nella corsa dopo, ma state sicuri che, in un modo o nell’altro. Hillary 4.0 è in viaggio”.

Proprio nei giorni scorsi Hillary aveva escluso di candidarsi ma poi, incalzata da un conduttore, era scivolata: “mi piacerebbe essere presidente, sarebbe un lavoro per il quale mi sento molto preparata”, aveva ammesso, ricordando i suoi otto anni al Senato e quelli da segretario di Stato. Una sua candidatura però avrebbe troppo il sapore della vendetta e, come l’ipotesi di Joe Biden, sembrerebbe un ritorno al passato mentre il partito cerca candidati nuovi, dal mancato senatore texano Beto O’Rourke alla senatrice Khamala Harris.

Intanto i dem affilano le armi alla Camera per contrastare Trump. Primo obiettivo: una legge per difendere l’indagine del procuratore speciale Robert Mueller sul Russiagate, nel mirino dell’attorney general ad interim Matthew Whitaker.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)

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