Pensioni, Boeri: “Il conto del Governo su quota 100 non esiste”

Tito Boeri, in conferenza stampa. Alle spalle il logo dell'Inps. Pensioni
Il presidente dell'Inps, Tito Boeri.

ROMA. – Conti sbagliati sulla reale spesa per l’anticipo pensionistico con quota 100 e rischi di fallimento dell’obiettivo di contrasto alla povertà con l’introduzione del reddito di cittadinanza. Il presidente dell’Inps, Tito Boeri, torna a criticare i progetti del Governo sottolineando che “i soli annunci” dell’Esecutivo “hanno già portato a una riduzione di reddito per i pensionati”. “L’aumento dello spread – ha detto – ha fatto diminuire i valori di accantonamento alla previdenza integrativa”.

Il presidente dell’Inps ha bocciato i conti presentati dal Governo per l’introduzione dell’anticipo pensionistico con 62 anni di età e 38 di contributi. Ipotizzare che la misura abbia quasi lo stesso costo nel 2019, 6,7 miliardi, e nel 2020, sette miliardi, “non esiste. Cozza – avverte – con tutte le simulazioni che abbiamo fatto”.

Se anche la misura dovesse essere sperimentale, per un solo anno, una soluzione difficile da far passare – ha spiegato – il costo del secondo anno sarebbe comunque molto superiore a quello del primo dato che non avrebbe il risparmio che si avrà nel 2019 con le finestre (dovrebbero slittare i primi pagamenti di tre mesi per i lavoratori privati e di sei mesi per i pubblici).

Resta alta la polemica anche sulla riduzione dell’assegno per chi anticipa la pensione rispetto all’età di vecchiaia (fino a oltre il 30% per l’ufficio parlamentare di bilancio per l’anticipo massimo). “Sono dati medi su un campione rappresentativo – ha spiegato – noi vogliamo offrire a ogni lavoratore informazioni puntuali sulla pensione che avrebbe uscendo in anticipo o all’età di vecchiaia. Il servizio ‘la mia pensione futura’ ha avuto 16,4 milioni di simulazioni fatte da cinque milioni di contribuenti (dal 2015, ndr)”.

Nei prossimi due anni avranno la possibilità di accedere all’estratto conto contributivo anche tutti i lavoratori pubblici ma la priorità è data a quelli che sono più vicini al pensionamento. Boeri inoltre ha parlato di valutazioni ottimistiche da parte del Governo sul risultato in termini di nuova occupazione dell’introduzione di quota 100. Per Boeri non ci sarà un nuovo assunto per ogni uscita. “Perché venga assunto un giovane, ha detto, bisogna vadano in pensione tre persone”.

Boeri è tornato ad esprimere perplessità anche sul reddito di cittadinanza e ha proposto di mantenere piuttosto il Rei (il reddito di inclusione) che “ha funzionato bene”. “Molte cose sono ancora vaghe – ha detto sottolineando la mancanza di dettagli sulla misura che si vuole introdurre – si è parlato di applicazioni e di carte ma il problema vero è identificare le persone che hanno davvero bisogno di essere aiutate. Nel Rei è stato fondamentale l’intervento dei comuni. Sarebbe meglio tenersi il Rei, è l’ipotesi con il costo più basso. Sarebbe più sicuro”.

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