Gentiloni “L’impopulista” che segue la sfida dei candidati Pd

Nicola Zingaretti e Paolo Gentiloni si stringono la mano di fronte al cartellone con il simbolo del Pd
Nicola Zingaretti e Paolo Gentiloni. (Photo by Christian Minelli/NurPhoto via Getty Images)

ROMA. – “L’onda nazionalpopulista può essere fermata”, “ma un conto é pronosticare la fine della luna di miele dei vincitori del 4 marzo, altro é tornare a vincere”. Lo scrive Paolo Gentiloni ne ‘La sfida impopulista’ che l’ex premier ha scritto dopo aver lasciato Palazzo Chigi e visto salire al governo la coalizione gialloverde.

Gli impopulisti – parola creata dal sociologo Ilvo Diamanti – non sono semplicemente l’opposto dei populisti. Sono per Gentiloni gli attori di una politica fondata su competenza, responsabilità e ragione, che non deve inseguire l’onda perché ne finirebbe travolta. Con una maggiore attenzione alle diseguaglianze sociali, perché “il livello di concentrazione delle ricchezze (…) é semplicemente insopportabile”, sostiene il deputato Pd.

“Per tornare a vincere – proposito del sottotitolo del volume – serve anzitutto una ripresa del Pd, che mi augura possa venire dal suo Congresso. Il più presto possibile, con energie nuove. E non basta rimettere in sesto il partito. Serve proporre un’alternativa. Un’alleanza per l’alternativa”.

Parole simili a quelle che usa Nicola Zingaretti, candidato alla guida dei dem, appoggiato da Gentiloni. Anche se alcuni vorrebbero quest’ultimo come segretario di pacificazione, sul quale convergere come candidato unico per evitare un congresso lacerante. Fonti vicine a Gentiloni hanno finora smentito decisamente tale ipotesi.

In attesa che Marco Minniti e Maurizio Martina sciolgano la riserva, il clima é caldo. Un candidato ammette a microfoni spenti “mi hanno chiesto di convergere su certe ipotesi”, ma di non avere alcuna intenzione di farlo. Matteo Richetti, anch’egli in corsa, dice “sono settimane che mi offrono di tutto. E quando non offrono, minacciano. Offrono posti e visibilità, minacciano verbali tra gli iscritti in cui ‘non arrivi al 5%’, dicono”.

Le data più probabile per le primarie é diventato il 3 marzo. Martina è primo per notorietà tra i possibili candidati con l’86,3%, seguito da Zingaretti (82,2) e Minniti (79), secondo un sondaggio Euromedia. Per quanto riguarda la fiducia testa a testa Minniti-Zingaretti, 39,5 a 38,1. A seguire Francesco Boccia, Matteo Richetti, Cesare Damiano e Dario Corallo.

“Occorre un nuovo progetto, ma anche una nuova classe politica che li rappresenti, altrimenti gli italiani non riprenderanno a guardare a noi”, dice Zingaretti da Pescara dove ha incontrato amministratori, militanti e simpatizzanti del Pd. “E’ cruciale che il partito democratico si apra alle nuove energie sociali” alternative a M5S-Lega, dice Martina, a partire dalle liste “aperte, unitarie e plurali” per le elezioni Europee.

Per Gentiloni quel che serve é “un’alleanza popolare, capace di ricostruire la relazione naturale dei progressisti con il popolo e di scrollarci di dosso l’identificazione con le elite privilegiate prima che sia troppo tardi per fermare il nazionalismo populista”, scrive nel suo libro. Una relazione “che la nostra superbia intellettuale ha spesso interrotto”.

(di Luca Laviola/ANSA)

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