Mattarella attende il Parlamento e chiede il dialogo con l’Ue

La sagoma di un corazziere in controluce sullo sfondo il palazzo del Quirinale. Mattarella
Un corazziere nel cortile del Quirinale. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

STOCCOLMA. – Sergio Mattarella non è sorpreso dei contenuti della lettera di risposta del Governo alla Commissione europea. Si era rassegnato già da giorni: sapeva che non ci sarebbero state novità sostanziali nella missiva, almeno spunti sufficienti a tranquillizzare Bruxelles sulle prospettive italiane. E da sempre il capo dello Stato auspica il massimo dialogo tra Roma e Bruxelles.

Anche dalla Svezia, dove si trova in visita di Stato, risponde cauto agli interlocutori che gli chiedono lumi sulle intenzioni del governo sulla legge di Bilancio. E’ materia di competenza parlamentare ormai, si limita a ripetere fedele alla sua impostazione di massimo rigore nelle competenze istituzionali.

Il Quirinale resta naturalmente vigile sui conti pubblici, come peraltro gli chiede la Costituzione, e osserva con estrema attenzione i passaggi parlamentari sulla legge di Bilancio. Passaggi che determineranno il testo finale che arriverà sulla scrivania del presidente della Repubblica prima della fine dell’anno.

Il capo dello Stato ha già esercitato con forza le sue prerogative per alimentare meditazione e riflessione nelle forze politiche di maggioranza, tra una continua “moral suasion” riservata e pubbliche esternazioni in punta di diritto. Nonostante le preoccupazioni per i rapporti del governo con l’Unione europea Sergio Mattarella non può certo prendere in considerazione ora cosa accadrà quando, alla fine del percorso parlamentare, la manovra arriverà al Quirinale.

Ma sembra improbabile che possa scegliere di non firmarla. Decisione che comunque per ora non è all’ordine del giorno. I criteri di responsabilità e di divisione dei poteri sono infatti alla base del settennato mattarelliano che ha come bussola l’interesse dell’Italia.

Il Quirinale, si ricorda nello stesso palazzo, non è opposizione: il presidente della Repubblica rappresenta tutti gli italiani e gli italiani hanno votato con una certa chiarezza. Per questo Mattarella in questa fase ha cercato di riportare la maggioranza all’aderenza dei principi costituzionali. Per questo la sua “moral suasion” si è a tratti concentrata, paradossalmente per alcuni, a puntellare l’esecutivo quando ha fortemente traballato e rischiava di presentarsi diviso nella durissima battaglia parlamentare che ha aperto con l’Europa. Per questo si è speso per garantire che l’Italia non sarebbe mai uscita dall’Unione e tantomeno dall’Euro.

Meglio ricordare pazientemente, giorno dopo giorno, cosa ci ha dato l’Europa e cosa rischiamo di perdere con la sua dissoluzione. Le elezioni europee di maggio 2019 non sono mai state così indissolubilmente legate al destino dell’Italia. Domani ultima tappa della visita in Svezia. Mattarella sarà a Malmoe ed anche domani in agenda c’è l’Europa. Tanta Europa.

(Dell’inviato Fabrizio Finzi/ANSA)

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