Veltroni e Gentiloni,”tessitori alleanze Pd”. Ma no a M5S

Walter Veltroni e Paolo Gentiloni.
Walter Veltroni e Paolo Gentiloni.

ROMA. – Ci sono tutti o quasi in prima fila al Tempio di Adriano, candidati e candidabili alla segreteria del Pd, quando Walter Veltroni, il fondatore, parla di un partito “occupato da correnti e personalismi”. E li ammonisce che “la situazione del governo potrebbe precipitare” senza dargli tempo di organizzarsi. “Occhio”, avverte l’ex segretario alla presentazione a Roma del libro di Paolo Gentiloni ‘La sfida impopulista’. Di fronte ci sono Maurizio Martina accanto a Marco Minniti, i due che non si decidono a sciogliere la riserva sulla corsa per la leadership. A due posti di distanza Nicola Zingaretti, che nella competizione si é lanciato da tempo.

Prove tecniche di assemblea dem, che si terrà sabato nella capitale per avviare l’iter congressuale che porterà alle primarie – forse il 3 marzo – e alla scelta del nuovo segretario. Il panorama é ancora incerto, in sala buona parte del governo Gentiloni – Carlo Calenda, Graziano Delrio, Piercarlo Padoan e non solo -, che é stato anche l’esecutivo di Matteo Renzi prima.

Gentiloni appoggia Zingaretti e per sé ha ribadito di volersi ritagliare il ruolo di “tessitore delle alleanze” che sono indispensabili al Pd per tentare di risalire. Paolo Mieli, ex direttore del Corriere della Sera, chiede diretto se l’alleanza con il M5S sono disposti a farla o meno, un dilemma che in fondo lacera i dem. “No” é la risposta di Gentiloni e “se cade il governo si va a elezioni. Punto”. La stessa linea finora tenuta da Zingaretti.

Anche Veltroni è per il “no” e rimarca che la sinistra non é mai stata maggioritaria nel Paese e in Parlamento e quindi non ha mai potuto fare “politiche radicali”. L’ex leader rilancia le riforme istituzionali “per completare la transizione democratica”, la cui necessità non è morta il 4 dicembre 2016 con il ko di Renzi.

Gentiloni fissa l’obiettivo politico del Pd nella ricerca di alleanze. “Qualcosa di simile al partito dei sindaci che abbiamo fatto in passato può uscire fuori nel prossimo periodo – dice -. Mettere assieme la sinistra riformista e moderata, la sinistra radicale, il mondo ambientalista. La spinta c’è già. Per una nuova vocazione maggioritaria”. Ripartendo dalla manifestazione ‘Sì Tav’ di Torino, quanto di più meraviglioso politicamente si possa vedere in questo momento in Italia”.

Ma intanto c’è da fare il congresso, che l’ex premier avrebbe voluto molto prima. I renziani attendono ancora l’amletico Minniti – che esce senza una parola dal Tempio di Adriano -, ma secondo alcune fonti potrebbero in caso contrario lanciare come candidata Teresa Bellanova, senatrice ed ex sottosegretario. Molto amata dal popolo della Leopolda, preparata e combattiva. Il suo entourage per ora nega: “Pensa a fare l’opposizione”. Il segretario dimissionario Martina si prende altro tempo per decidere sulla sua discesa in campo, in alternativa ai poli renziano e antirenziano di Minniti e Zingaretti. Sempre che non arrivi in extremis ‘l’impopulista’ Gentiloni a pacificare.

(di Luca Laviola/ANSA)