Domani e sabato ricercatori, studenti e professori in piazza

Una dimostrazione di studenti con striscioni
Una dimostrazione di studenti.

ROMA. – Studenti, docenti e ricercatori tornano in piazza domani e dopodomani. “Chiediamo che questo Governo metta giù la maschera sui fondi in istruzione. Non è accettabile che si promettano investimenti per fare propaganda, ma che allo stesso tempo il Ministro dell’Istruzione dica che “bisogna scaldarsi con la legna che si ha”, e che pochi giorni dopo saltino fuori 29 milioni di euro di tagli: 14 sulla scuola, 15 sull’università.

Saremo in piazza anche perchè cambiare il nome e ridurre le ore di alternanza non risolverà il problema dello sfruttamento!”, afferma Giammarco Manfreda, Coordinatore Nazionale della Rete degli Studenti Medi. Enrico Gulluni, Coordinatore Nazionale dell’Unione degli Universitari, continua: “Il Governo per mesi ha annunciato l’abolizione del numero chiuso alle Università. Mai un parere degli studenti, mai una proposta concreta, mai un confronto. Per superare l’attuale metodo di accesso servono investimenti, che partano dall’orientamento alle scuole superiori fino alle borse di specializzazione medica, e soprattutto serve un confronto vero con gli studenti!”.

Rete e Udu chiedono “che si metta giù la maschera” anche sul tema della sicurezza: la manovra “Scuole Sicure” – dicono gli studenti – spaccia per sicurezza l’installazione delle telecamere e i cani antidroga fuori dalle scuole: ma a “spacciare morte” gli edifici pericolanti in cui studiamo. Concludono Gulluni e Manfreda: “In Italia si preferisce fare condoni agli evasori fiscali anzichè stanziare fondi per creare una Legge Nazionale sul diritto allo studio”.

Alessio Bottalico, Coordinatore nazionale di Link Coordinamento Universitario, spiega: “Dal Ministro Di Maio abbiamo ricevuto solo promesse: sull’Università e sul diritto allo studio nella Legge di Stabilità non c’è un euro in più”. “Vivo disappunto” per la Legge di bilancio per il 2019 presentata dal Governo è stata espressa in una lettera all’Esecutivo anche dal Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria, che raccoglie docenti e ricercatori universitari e che nei mesi scorsi aveva proclamato uno sciopero degli esami negli atenei; la missiva, in pochi giorni, ha già ricevuto la sottoscrizione di oltre 9 mila firme.

Docenti e ricercatori fanno sapere che “Se nel corso dell’iter parlamentare della Legge non ci sarà un deciso cambiamento di rotta sarà inconfutabile che, ancora una volta, all’Università italiana sono negate le risorse necessarie per riacquistare fiducia nel futuro e per rilanciarsi dopo tanti anni di “tagli”.

I ricercatori si riuniranno sabato in assemblea a La Sapienza di Roma per la campagna promossa da Flc Cgil e Adi, l’Associazione dei dottori di ricerca. Ieri il titolare del Miur Marco Bussetti ha annunciato alla Camera che la manovra conterrà novità riguardanti il reclutamento dei docenti, più di 1,7 miliardi all’anno per l’adeguamento degli stipendi dei prof., rimodulazione dell’alternanza scuola lavoro, assunzione di mille ricercatori, dimezzamento delle tasse sulle lezioni private che tengono i docenti, istituzione della Centrale per i fondi dell’edilizia scolastica: ma nonostante questo studenti e prof non sono soddisfatti.