Papa: duecento utenti al giorno a presidio sanitario poveri

Il poster del presidio sanitario a San Pietro per la Giornata dei Poveri sotto il colonnato. Vaticano. Papa
Un presidio sanitario a San Pietro per la Giornata dei Poveri. Foto Vatican News)

CITTA’ DEL VATICANO. – A ritmo di quasi 200 utenti al giorno, poveri, clochard, migranti ma anche italiani che non arrivano a fine mese, stanno affollando in questi giorni il “presidio sanitario del Papa”, la speciale struttura di accoglienza medica, aperta dalle 8 alle 22, che papa Francesco ha fatto erigere, nei giorni in cui si celebra la Giornata mondiale del Malato, proprio in piazza San Pietro.

Un prefabbricato bianco che fino a domenica resterà aperto sotto al Colonnato per offrire ai più indigenti quel check up completo che difficilmente chi vive ai margini della società potrebbe ottenere. Si entra liberamente e si viene accolti dalle volontarie della Croce rossa per il triage. Si passa quindi per la sala bar per un bel caffè caldo e un cornetto di ristoro prima della visita col medico cui si è stati indirizzati.

Ci sono specialisti in medicina generale, cardiologia, infettivologia, ginecologia e ostetricia, podologia, dermatologia, reumatologia, oculistica ed anche il laboratorio di analisi cliniche. “Qui ai pazienti – spiega il dott. Christof Stingone, presente con altri tre medici volontari del gruppo malattie infettive di Tor Vergata – viene eseguito lo screening per la tubercolosi, l’HIV e l’epatite C con un test rapido. Se i test risultano positivi si fa anche un test di secondo grado che va a quantificare il virus sul sangue. In questo “reparto” siamo arrivati già quasi a 100 pazienti che è un’affluenza medio-alta. Ogni paziente viene anche sottoposto a un esame obiettivo di almeno venti minuti, mezz’ora”.

“Sono persone – aggiunge – che a volte non sono nemmeno consapevoli di avere diritto a questo tipo di servizi, spesso non sanno nemmeno il significato dei test cui vengono sottoposti, noi siamo qua anche per spiegarglielo. Oltretutto, da noi sono venuti per lo più stranieri e c’è anche la difficoltà della lingua”.

Poco più avanti, dall’altro lato, il “reparto” di oculistica. “Stiamo avendo un afflusso costante e importante – spiega Paolo Turchetti, oculista dell’Inmp, Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti, anche lui volontario -. La cosa interessante, qualora i pazienti avessero bisogno di cure supplementari è che possono venire presso l’Inmp per completare le indagini gratuitamente”.

Situazioni problematiche ci sono anche in questo caso. “Abbiamo riscontrato alcune persone – afferma – che non avevano idea proprio di che cosa fosse una visita”. Per i casi più gravi, spiega Roberta Tapparella, infermiera volontaria di Croce Rossa nella prima pausa caffè dalle 7 di questa mattina, “abbiamo qui per noi a disposizione un’ambulanza del 118 pronta a partire quando la situazione del paziente è urgente. Siamo pure in grado di fornire prescrizioni mediche per farmaci spesso costosi o difficili da reperire e in questo ci supporta la Farmacia vaticana”.

Tra le persone in attesa, tanti migranti, clochard, ed anche italiani. Molti non vogliono essere avvicinati o spiegano di non parlare la lingua. C’è però anche chi come Dolores, ecuadoriana da tanti anni in Italia, ora in cerca di un lavoro dopo che l’anziana che assisteva come badante è morta, vuole invece esprimere tutta la sua gratitudine: “Ho saputo di questo presidio dal telegiornale. Sono venuta e non posso credere all’accoglienza che ho ricevuto, mi hanno trattata meglio che nelle cliniche a pagamento”.

“Questa iniziativa, dono del Papa, è una goccia nell’oceano della povertà – spiega mons. Rino Fisichella, presidente del pontificio consiglio della Nuova evangelizzazione, che ha gestito l’allestimento del presidio -, però è una goccia che esprime solidarietà, esprime accoglienza, attenzione soprattutto in un momento di debolezza perché la malattia, spesso presente ma inconsapevole in tante di queste persone, ha bisogno di una mano tesa”.

(di Nina Fabrizio/ANSA)

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