Il grande accusatore del Papa condannato a Milano

L'ex nunzio Viganò con il breviario in mano.
L'ex nunzio Viganò condannato a risarcire il fratello.

ROMA. – L’indice puntato contro Papa Francesco e i massimi vertici della Chiesa. Accuse senza precedenti e anche una richiesta inedita diretta al pontefice: quella delle dimissioni. Ora monsignor Carlo Maria Viganò, l’ex Nunzio negli Stati Uniti, il grande accusatore del Papa che ha dato il via, partendo dal caso dello scandalo pedofilia in America, ad una nuova stagione di veleni in Vaticano, si trova invece come accusato, e condannato da un giudice, in un contenzioso familiare, per una questione di eredità.

Un milione e 824mila euro: è quanto monsignor Viganò dovrà pagare infatti al fratello per avergli sottratto l’eredità paterna. Lo ha deciso un giudice monocratico civile di Milano il 9 ottobre scorso. Monsignor Viganò dovrà dunque risarcire il fratello Lorenzo, anche lui prete, per aver gestito autonomamente l’eredità avuta dal padre che, nel 2010, ammontava a 7 milioni in contanti e quasi 20 milioni e mezzo in beni immobili.

Nel corso della causa civile, è emerso che l’ex Nunzio “ha beneficiato di operazioni per un importo netto di 3 milioni e 649mila euro” e “di fondi pagati a suo favore per 4 milioni e 800mila euro”, mentre al fratello sono arrivati complessivamente un milione e 700 mila euro. Da qui la sentenza emessa dal giudice Susanna Terni per bilanciare tra i due fratelli i proventi dell’eredità del padre.

Una ‘grana’, questa, che rischia di minare la credibilità del monsignore anche tra quella fetta di Chiesa ultraconservatrice che lo ha sostenuto dopo l’uscita del dossier, spaccando la Chiesa. Papa Francesco aveva per questo chiamato a raccolta i fedeli di tutto il mondo chiedendo preghiere per l’unità e per proteggere la Chiesa dai venti del Maligno.

Tutto era partito dall’accusa relativa al dossier dell’ormai ex cardinale americano Theodore Mc Carrick. Secondo il ‘j’accuse’ di Viganò il Papa era da anni al corrente della situazione e non era intervenuto. Il Vaticano con una nota, e poi il cardinale Marc Ouellet con una lunga lettera indirizzata allo stesso Viganò, hanno respinto al mittente tutte le accuse. Papa Francesco su Viganò e il dossier aveva detto il giorno stesso della pubblicazione, nel viaggio di ritorno dal viaggio apostolico in Irlanda: “Si commenta da solo”.

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