Boom lavoratori a termine tra dipendenti, +28% nel 2017

Una donna lavorando seduta di fronte a un tavolo. Dignità
Una donna lavorando seduta di fronte a un tavolo.

ROMA. – I lavoratori dipendenti aumentano ma sono sempre più spesso operai e a tempo determinato. La fotografia sul lavoro dipendente nel settore privato nel 2017 è stata scattata dall’Inps che nel suo Osservatorio sottolinea come i lavoratori con almeno una giornata retribuita nell’anno siano cresciuti del 4,1%, ma come questa crescita sia trainata dai lavoratori a termine (+28%) mentre quelli a tempo indeterminato perdono terreno (-1,7%). Gli occupati con qualifica da operaio crescono più rapidamente degli altri (+5,6%) e con oltre 8,5 milioni di persone rappresentano ormai il 55,6% dei dipendenti privati (esclusi gli agricoli e i domestici).

I lavoratori dipendenti privati con almeno una giornata lavorata nell’anno sono stati oltre 15,3 milioni e tra questi quelli con un contratto stabile rappresentano ancora più del 74,5% del totale (11,4 milioni su 15,3). Ma la percentuale, seppure ancora alta, è in calo rispetto al 2016 (era al 78,9%) quando i lavoratori a tempo indeterminato erano quasi 11,6 milioni.

Per i lavoratori a termine si è passati da 2,7 milioni a quasi 3,5 milioni in un solo anno grazie anche alla cancellazione dei voucher, mentre i lavoratori stagionali sono aumentati leggermente arrivando a 420.000. I lavoratori con qualifica da operaio sono cresciuti non solo nel settore manifatturiero (pure in crescita) ma anche in quello del commercio, dei servizi di alloggio e ristorazione e in generale del settore terziario dove svolgono funzioni esecutive.

In particolare sono aumentati i dipendenti nei servizi di alloggio e ristorazione, passati da 1,4 milioni a 1,6 milioni (ma sono diminuite le giornate medie di lavoro). Il 36,9% dei lavoratori dipendenti è impiegato, il 3,4% apprendista, il 3% quadro e lo 0,8% dirigente. Gli apprendisti sono cresciuti del 12,4% anche grazie alla conclusione delle agevolazioni contributive previste per le assunzioni a tempo indeterminato.

La retribuzione media annua nel 2017, pari a 21.535 euro nel complesso, risulta molto differenziata sia per qualifica che per per età e per genere. Per gli operai la retribuzione media è pari a 15.977 euro (con una media di 227 giornate retribuite) mentre quella degli impiegati è di 24.793 euro medi. Per i quadri si sfiorano i 63.000 euro l’anno mentre per i dirigenti si superano i 142.653 euro (con in media di 297 giornate retribuite).

Per gli apprendisti la retribuzione media nell’anno è stata di 11.686 euro per 215 giornate retribuite. La retribuzione aumenta al crescere dell’età ed è più alta per il genere maschile (24.862 euro contro 17.028 euro per le femmine) soprattutto a causa del maggior uso del part time delle donne. La classe di età modale è quella tra i 40 e i 44 anni (2,2 milioni di persone) ma sono aumentati in modo consistente i lavoratori più giovani.

Tra i settori una quota ancora significativa è quella del settore manifatturiero (3.770.529 lavoratori, +1,4%) con il 24,6% del totale, seguito dal commercio con il 15,1% del totale. Il numero medio dei lavoratori dipendenti nel settore privato nel 2017 (esclusi gli agricoli e i domestici) è stato pari a 12.766.909 (+3,3%) con 10.567.942 lavoratori con contratti a tempo indeterminato (-0,4%) e 1.992.812 con contratti a termine (+28%).