Lite Salvini e Di Maio su termovalorizzatori in Campania

Un momento del sit in organizzato dal centro sociale Insurgencia contro la visita del ministro Salvini durante il quale si sono registrati momenti di tensione tra i manifestanti e le forze dell'ordine. Napoli. Rifiuti
Un momento del sit in organizzato dal centro sociale Insurgencia contro la visita del ministro Salvini durante il quale si sono registrati momenti di tensione tra i manifestanti e le forze dell'ordine. Napoli, 15 novembre 2018. ANSA/ CESARE ABBATE

NAPOLI. – Ritorna a Napoli, come promesso un mese fa, e parla subito della sua “enorme preoccupazione”: una emergenza rifiuti che, in Campania, potrebbe tornare presto, molto presto. Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, chiama in causa una “folle incapacità”, lancia l’allarme di un “disastro ambientale”. E quando presenta la sua soluzione – “un termovalorizzatore in ogni provincia della Campania” – innesca una spaccatura con l’alleato di Governo.

Il vice premier Luigi Di Maio, che nella ”Terra dei fuochi’ è cresciuto, mette in chiaro che “gli inceneritori non c’entrano una beneamata ceppa e tra l’altro non sono nel contratto di Governo”. Immediata la controreplica di Salvini: “Con i no i rifiuti li gestisce la camorra”. E così prima ancora della crisi rifiuti, ad arrivare è stato un duro botta-risposta tra i vice premier.

E dire che Salvini – che ha incassato anche una protesta dei centri sociali con un ragazzo ferito – a Napoli aveva iniziato a parlare del “bicchiere mezzo pieno”. Dopo il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica aveva annunciato l’arrivo di “106 vigili urbani, 134 poliziotti, 54 carabinieri in più in città” ed un “cronoprogramma di sgomberi che riguarderà in primis gli edifici pericolanti e quelli gestiti dalla camorra”.

Tutto bene fino a quando non ha iniziato ad affrontare il rischio di una prossima crisi rifiuti. O meglio “di un disastro ambientale, una emergenza a livello mondiale sanitaria e sociale”. “Dall’emergenza del 2008 siamo tornati indietro, nessun miglioramento – la sua accusa – Io non so cosa abbiano fatto gli amministratori locali e regionali negli ultimi decenni. Non c’è programmazione, c’è incapacità e dico incapacità perché se uno volesse pensare male, e non sono io, potrebbe supporre che non si è fatto niente come termovalorizzatori, come sistema di smaltimento, perché qualcuno ha interesse a che non si faccia niente”. Da qui la sua ‘soluzione’: “Servono nuovi impianti, occorre il coraggio di dire che serve un termovalorizzatore per ogni provincia perché se i rifiuti li produci non li mangi e non li smaltisci”. E da qui anche le polemiche.

Il primo a mostrare tutto il suo dissenso è proprio l’alleato Di Maio. “Quando si viene in Campania e si parla di terra dei fuochi si dovrebbero tener presenti la storia e le difficoltà di questo popolo – scrive su Facebook – La terra dei fuochi è un disastro legato ai rifiuti industriali (provenienti da tutta Italia) non a quelli domestici. Quindi gli inceneritori non c’entrano una beneamata ceppa”.

Salvini non ci sta e alza il tiro: “Io sono per costruire e non per i no, perché con i no non si va da nessuna parte. Questo vale soprattutto per gli enti locali, penso a tutti quei sindaci e alla stessa Regione Campania che ha sempre detto no, no, no e con i rifiuti cosa facciamo? Li facciamo gestire alla camorra?”. Neanche Di Maio ci sta e contro replica: “La camorra ha investito sul business degli inceneritori. Questo è il passato che non vogliamo più. Il futuro che vogliamo in tutta Europa è senza inceneritori e senza camorra”.

A non restare in silenzio è anche il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa: “Stiamo lavorando ogni giorno per portare l’Italia, e non solo la Terra dei Fuochi, fuori dall’ormai cronico ritardo nella gestione del ciclo dei rifiuti. Riduzione, riuso, recupero, riciclo, sono le quattro R che devono diventare un mantra per tutti. Chi non è in sintonia con queste direttrici vive in un’epoca passata”.

E se il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, risponde alle critiche ricordando che “Salvini ha sostenuto un Governo, quello Berlusconi, che è stato tra i principali responsabili dell’emergenza rifiuti”, il titolare del Viminale avverte che il tempo è davvero poco: “A metà gennaio, ecco perché dico che è una emergenza annunciata, va in manutenzione l’unico termovalorizzatore in tutta la regione che andrà ad un terzo del regime. Se c’è un problema oggi, non possiamo affidarci alla divina provvidenza”.

(di Patrizia Sessa/ANSA)

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