Nuovo monito Draghi: “Spread sale per sfida a regole Ue”

Il presidente della Bce Mario Draghi e il ministro dell'Economia Giovanni Tria. Fmi
Il presidente della Bce Mario Draghi e il ministro dell'Economia Giovanni Tria (Ansa)

ROMA. – Ridurre il debito, e smettere di infiammare lo spread con la sfida alle regole condivise dell”Unione economica e monetaria. Mario Draghi torna sulla nota dolente del debito e del braccio di ferro fra Roma e Bruxelles. E definisce l’inflazione ancora non soddisfacente: la Bce ne discuterà a dicembre, anche se in vista, più che un allungamento del Qe, ci sarebbe una riflessione sulla tempistica per il prossimo rialzo dei tassi.

“La mancanza di consolidamento fiscale nei Paesi ad alto debito aumenta la loro vulnerabilità agli shock”, che siano auto-prodotti o “importati”. Finora, l’aumento degli spread è stato in gran parte limitato al primo caso e il contagio è stato limitato”, ha detto il presidente della Bce con parole implicitamente rivolte all’Italia, cui arriva anche l’invito a non aumentare il debito e rispettare le regole dell’Unione.

A stretto giro arrivano le parole dei due vicepremier italiani, come a voler superare ogni passata polemica: “Draghi si è impegnato per l’Italia, gli italiani e i loro risparmi”, dice Matteo Salvini. “Le preoccupazioni di Draghi sono le nostre”, dichiara Luigi Di Maio.

Il monito da Francoforte arriva in una congiuntura delicata: la crescita italiana è scesa a zero, quella tedesco negativa. Il confronto Roma-Bruxelles potrebbe riaccendere instabilità finanziaria. C’è la minaccia dei dazi. Affiorano “rischi alle condizioni di finanziamento”, come quelli creati dallo spread italiano che fa salire il costo del credito a famiglie e imprese, e rischi globali.

A dicembre termina il quantitative easing, con cui la Bce ha acquistato oltre 360 miliardi di debito italiano. Da lì in poi, il programma andrà avanti solo con i reinvestimenti, cioè comprando nuovi titoli con il capitale di quelli che via via scadono. I criteri dei riacquisti – si parla di un’operazione ‘twist’ per consentire alla Bce di acquistare titoli a più lunga durata, allungando la vita media dello stock – verranno decisi nella riunione del 13 dicembre. Potrebbe alleviare la tensione per l’Italia, alle prese con uno spread a 300. Così come sarebbe di grandissimo aiuto alle banche italiane rimettere in campo – ipotesi su cui alla Bce si ragiona da tempo – un maxi-prestito ‘Tltro’ in grado di garantire il funding nei prossimi anni.

L’inflazione al 2,2% nell’Eurozona è coerente con la ripresa che la Bce desidera per chiudere il Qe. Ma l’inflazione di base “continua a mostrare dinamiche non soddisfacenti”, ha detto Draghi nel suo intervento a Francoforte a conclusione della Euro Finance Week. “Il consiglio ha notato che le incertezze sono aumentate” e dunque “a dicembre, con le nuove previsioni disponibili, saremo più in grado di fare una piena valutazione”.

Parole più da ‘colomba’ che in passato, che tuttavia non sembrano preparare un ulteriore allungamento del Qe, ma piuttosto riorientare le aspettative dei mercati (la ‘forward guidance’) più in avanti rispetto allo scenario attuale di un rialzo dei tassi dopo l’estate 2019. E contrastare le pressioni per anticipare i tempi che arrivano dai ‘falchi’ nel consiglio Bce: da Jens Weidmann della Bundesbank, che oggi ha parlato di spazio di manovra attuale “limitato” per la Bce, all’olandese Klas Knot, che solo due giorni fa aveva ipotizzato una stretta sui tassi prima dell’estate.

(di Domenico Conti/ANSA)

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