Parolin: “Alt razzismo, favorire i valori dell’uguaglianza”

Il cardinale Pietro Parolin
Il cardinale Pietro Parolin

CITTA’ DEL VATICANO. – “Continuiamo a lavorare animati dal Magistero di Papa Francesco e senza scoraggiarci, per diffondere una cultura dell’uguaglianza”. E’ quanto scrive il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, in un suo messaggio ai promotori della lettera del 14 luglio scorso di presbiteri e laici indirizzata al cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, e ai vescovi delle Diocesi italiane affinché si impegnassero contro il dilagare della cultura intollerante, xenofoba e razzista.

L’appello, a tutt’oggi, ha raccolto 1.158 firme. Nella missiva inviata a don Giorgio Borroni e don Rocco D’Ambrosio, datata 17 ottobre, il cardinale Parolin li ringrazia “per avermi reso partecipe della vostra iniziativa a nome della Caritas di Novara e dell’Associazione ‘Cercasi un Fine’ di Bari”.

A distanza di quattro mesi dal lancio, e anche se la raccolta firme è stata chiusa il 26 luglio, la lettera alla Cei e a tutti i vescovi contro il dilagare del razzismo e della xenofobia continua a veder aumentare le sottoscrizioni di sacerdoti, religiosi e religiose, laici, docenti, operatori pastorali. “Cresce sempre più una cultura con marcati elementi di rifiuto, paura degli stranieri, razzismo, xenofobia; cultura avallata e diffusa persino da rappresentanti di istituzioni”, vi si legge.

“In questo contesto sono diversi a pensare che è possibile essere cristiani e, al tempo stesso, rifiutare o maltrattare gli immigrati, denigrare chi ha meno o chi viene da lontano, sfruttare il loro lavoro ed emarginarli in contesti degradati e degradanti – prosegue il testo -. Non mancano, inoltre, le strumentalizzazioni della fede cristiana con l’uso di simboli religiosi come il crocifisso o il rosario o versetti della Scrittura, a volte blasfemo o offensivo”.

“I recenti richiami (…) al tema dell’accoglienza sono il punto di partenza; ma restano ancora poche le voci di Pastori che ricordano profeticamente cosa vuol dire essere fedeli al Signore nel nostro contesto culturale, iniziando dall’inconciliabilità profonda tra razzismo e cristianesimo”, sottolinea ancora la lettera. “Un vostro intervento, in materia, chiaro e in sintonia con il magistero di papa Francesco – aggiunge -, potrebbe servire a dissipare i dubbi e a chiarire da che parte il cristiano deve essere, sempre e comunque, come il Vangelo ricorda”.

La Conferenza Episcopale non ha mai risposto ufficialmente, anche se nelle settimane successive alla lettera ha emanato un messaggio incentrato sui valori dell’accoglienza dei migranti. Lo hanno fatto invece singoli vescovi – tra cui quello di Modena-Nonantola, mons. Erio Castellucci, e di Bologna mons. Matteo Zuppi -, con risposte di apprezzamento e sostanziale condivisione dell’assunto di fondo, secondo cui oltre all’accoglienza delle persone bisogna affrontare il razzismo e le visioni xenofobe che si diffondono nella società, parlandone quindi con parole chiare anche nelle omelie, nelle catechesi.

Altri presuli hanno risposto in via privata, preferendo non comparire con il proprio nome. Ora l’incoraggiamento che proviene direttamente dal Vaticano, e che fa preciso riferimento al “Magistero di Papa Francesco” sullo spinoso tema, non è un ‘imprimatur’ di poco conto.

(di Fausto Gasparroni/ANSA)