Ivanka come Hillary, spettro Emailgate sulla figlia di Trump

Ivanka Trump con il marito Jared Kushner.
Ivanka Trump con il marito Jared Kushner. EPA/SHAWN THEW

WASHINGTON. – Anche Ivanka, la figlia-consigliera di Donald Trump, ha usato un account personale per inviare lo scorso anno centinaia di e-mail legate alla sua attività di governo. Come Hillary Clinton quando fu segretario di Stato e il tycoon trasformò il successivo Emailgate in una delle armi principali contro l’avversaria nelle presidenziali, accusandola di aver messo a rischio la sicurezza del Paese mentre i suoi fan gridavano (e continuano a gridare) ai comizi ‘lock her up’ (arrestatela).

La vicenda mette naturalmente in imbarazzo la Casa Bianca, soprattutto dopo l’annuncio di una indagine dei Dem alla Camera, riconquistata dopo le elezioni di Midterm. La Committee on Oversight and Government Reform, la principale commissione investigativa di quel ramo del Congresso, “intende continuare la sua indagine sulla registrazione degli atti presidenziali e federali e vuole sapere se Ivanka ha rispettato la legge”, ha confidato una fonte dei progressisti a The Hill.

La ‘first daughter’ ha inviato per gran parte del 2017 centinaia di mail a suoi assistenti, a membri dello staff della Casa Bianca e ad altri funzionari dell’amministrazione utilizzando il dominio ‘ijkfamily.com’, conservato da Microsoft e condiviso con il marito Jared Kushner, anche lui consigliere del presidente. A scoprirlo è stato un gruppo chiamato American Oversight, che aveva richiesto alcuni dati in base al Freedom of Information Act.

Ivanka si è giustificata sostenendo di non conoscere bene alcuni dettagli delle regole, ma la sua difesa è apparsa poco convincente, soprattutto dopo lo scandalo che aveva travolto Hillary. I suoi legali hanno cercato di distinguere e minimizzare, sottolineando che le mail non contenevano informazioni classificate ma quasi sempre informazioni di natura logistica e organizzativa. Materiale che la figlia del tycoon ha poi consegnato perché sia conservato permanentemente tra gli atti della Casa Bianca, come prevede la legge. Infine, hanno evidenziato, Ivanka non ha creato un server privato nella sua casa o nel suo ufficio e nessuna mail è stata cancellata, a differenza di quanto accaduto con Hillary.

L’indagine dell’Fbi aveva scagionato l’ex segretaria di Stato, pur criticandola per la sua “estrema negligenza”. Ma Trump ne ha fatto un cavallo di battaglia, definendo l’Emailgate un scandalo “più grande del Watergate” e minacciando la ‘crooked Hillary’ di mandarla in galera. In base alla legge americana per i dirigenti dell’amministrazione non è illegale usare account email personali per l’attività di governo, a condizione di non condividere informazioni classificate o privilegiate e di inviare entro 20 giorni la corrispondenza ad un account istituzionale per l’archiviazione prevista dal Presidential records act and Federal records act. Ma, al di là delle norme, quello di Ivanka è un vero e proprio scivolone, alla luce della campagna del padre contro Hillary.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)

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