Merlo: “Solidarietà alle donne italiane in Venezuela”

Il sottosegretario agli Affari Esteri Ricardo Merlo.
Il sottosegretario agli Affari Esteri, Ricardo Merlo.

ROMA – “Solidarietà alle tante donne che vivono oggi in Venezuela”. L’ha espressa il sottosegretario agli Affari Esteri, Ricardo Merlo. L’occasione è stata offerta dal Secondo Seminario delle Donne Italiane all’Estero, svoltosi a Roma nell’ambito della Plenaria del Cgie.

– Voi sapete cosa sta accadendo in Venezuela – ha commentato il sottosegretario -. Io ci sono stato 6 o 7 volte in cinque anni. Vedo la lotta che stanno portando avanti le famiglie emigrate, i discendenti italiani. Un grande sostegno viene dalle donne.

Ha quindi ricalcato che “in tutto il percorso dell’emigrazione italiana, a sostenere le famiglie sono state le donne”.

– Credo – ha aggiunto – che le donne debbano lottare per essere al potere, non come ambizione ma per partecipare alle decisioni in tutti gli ambiti.

Poi, rivolto alle donne presenti al convegno, ha affermato:

– Dovete prendere il potere, non occuparlo per quoteed essere classe dirigente. Questo è il miglior modo per lottare per le pari opportunità.

Non è la prima volta che il sottosegretario Merlo si riferisce alla realtà che vive oggi la nostra comunità in Venezuela. E anche grazie al suo interesse che è stato rafforzato l’organico nei nostri Consolati e incrementata la cifra stanziata per aiutare i nostri connazionali.

Legge di cittadinanza

Il sottosegretario Merlo, nel corso del seminario ha anche parlato di legge di cittadinanza.

– Spero – ha detto – che entro l’anno prossimo il CGIE possa portare una proposta di modifica della legge sulla cittadinanza per gli italiani all’estero in Parlamento, per intraprendere una seria discussione sul tema e mettere fine alla discriminazione per le donne che hanno partorito prima del 1948 e i loro discendenti.

Il riferimento del sottosegretario è alla regola per cui è riconosciuta la facoltà di trasmettere la cittadinanza italiana solo ai figli nati dopo il 1° gennaio del 1948. In altre parole, dopo l’entrata in vigore della Carta Costituzionale.

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