Trump minaccia General Motor: “Vi tagliamo tutti gli aiuti”

Sede della General Motor con bandiere americane sventolando.
Nonostante le minacce di Trump Gm non cambierà rotta.

NEW YORK. – Donald Trump minaccia General Motors: vi ”togliamo tutti gli aiuti, inclusi quelli per le auto elettriche”. Dicendosi ”molto deluso” dalla riorganizzazione annunciata dalla casa di Detroit, il presidente americano scarica su Twitter la sua furia ergendosi a paladino dei lavoratori americani. Le sue parole hanno come effetto immediato quello di affondare i titoli Gm a Wall Street: mentre i listini viaggiano in positivo, Gm perde quasi il 3%.

La prevista chiusura di quattro impianti Gm negli Stati Uniti non va giù a Trump. Le chiusure interessano gli stati del Midwest che gli hanno regalato la Casa Bianca e Trump le vive come un ‘tradimento’ nei confronti della sua base e della politica dell’America First. Nei due tweet di rabbia contro Gm, il tycoon fa espresso riferimento agli stop della produzione in Ohio, Michigan e Maryland, notando come Gm non ha però annunciato nessuna chiusura in ”Cina o Messico”.

Le scommesse di Gm nei due paesi ”non pagheranno. Io sono qui per proteggere i lavoratori americani”. Fonti della Casa Bianca riferiscono un Trump ”furioso” contro Gm e l’amministratore delegato Mary Barra. ”Gli Stati Uniti hanno salvato Gm, e questo è il grazie che ricevono” dice Trump riferendosi al salvataggio multimiliardario dell’industria dell’auto varato da Barack Obama.

Non è la prima volta che Trump si scaglia contro Gm su Twitter e sempre sullo stesso tema: la produzione fuori dagli Stati Uniti. All’inizio dello scorso anno l’aveva bacchettata per importare negli Usa auto prodotte in Messico: ”produca qui o paghi pesanti tasse doganali” aveva detto il tycoon, gelando l’intera industria dell’auto.

E anche i tweet dell’ultima ora sono una doccia fredda per l’intero comparto: secondo gli osservatori, infatti, la strada di Gm sarà seguita da altre case automobilistiche, tutte alle prese con il rallentamento dell’economia e il timore di una recessione, un’industria che cambia velocemente e la guerra commerciale, con i dazi sull’acciaio e l’alluminio che hanno fatto salire notevolmente i costi.

Gli analisti sono convinti che nonostante le minacce di Trump Gm non cambierà rotta: per le case automobilistiche ha senso produrre il più vicino possibile ai consumatori e il mercato cinese, almeno per il momento, è quello a crescita maggiore.