Arrestato lupo solitario dell’Isis, voleva avvelenare l’acqua

Uomini della Polizia di Stato portano via dal suo appartamento un presunto terrorista islamico dopo averlo fermato prima che salisse a bordo del suo furgone, Macomer (Nuoro). Isis
Uomini della Polizia di Stato portano via dal suo appartamento un presunto terrorista islamico dopo averlo fermato prima che salisse a bordo del suo furgone, Macomer (Nuoro), 28 novembre 2018. ANSA/UFFICIO STAMPA/POLIZIA DI STATO

NUORO. – Il piano era pronto e forse stava per scattare in occasione delle imminenti festività natalizie: avvelenare la rete idrica della Sardegna utilizzando due molecole chimiche, aflatossina B1 e metomil, quest’ultima usata per eliminare parassiti e topi. Il progetto terroristico è stato sventato per tempo dalla Direzione distrettuale antimafia di Cagliari, che ha coordinato un blitz fulmineo a Macomer culminato con la cattura di Alhaj Ahmad Amin, 38 anni libanese di origini palestinesi, da anni trapiantato nella cittadina del Marghine dove viveva con la moglie e quattro figli.

L’arresto è avvenuto in pieno centro, un’operazione congiunta tra Nocs, Digos di Nuoro e Cagliari che ha bloccato le strade principali del paese, sotto gli occhi stupiti e preoccupati di cittadini e commercianti. L’uomo è stato individuato grazie all’attività di intelligence tra Beirut e Roma. Qualche settimana fa infatti, un suo cugino estremista era stato arrestato in Libano: secondo l’accusa, Amin lo aveva supportato per la pianificazione di un attentato nel Paese mediorientale.

Nel pc e nello smartphone del presunto terrorista catturato in Sardegna gli investigatori hanno trovato, oltre alla consultazione di siti di propaganda jihadista, documenti sulle sostanze letali che lo stesso Amin ha tentato più volte di acquistare su siti di e-commerce. Tra le ipotesi sui possibili bersagli dell’azione solitaria del palestinese, il Reggimento della Brigata Meccanizzata Sassari di stanza proprio a Macomer.

Affascinato dalla figura di Al Baghdadi – emerge chiaramente dalle intercettazioni di conversazioni e messaggi – Amin aspettava “che i fratelli musulmani rifondassero Roma”. Lo scrive in un commento lasciato nel forum di jihadisti ghuraba.top. Ma non sembra in collegamento stretto con altri gruppi terroristici. Viene piuttosto definito come un ‘lupo solitario’ affiliato all’Isis, pronto ad agire ma in totale autonomia. Saranno le indagini a chiarire il suo ruolo eventuale all’interno della galassia del terrorismo islamico.

Ora Amin è rinchiuso nel carcere nuorese di Badu ‘e Carros, una misura cautelare d’urgenza chiesta dai pm della Dda di Cagliari, Danilo Tronci e Guido Pani, e autorizzata dalla Gip Lucia Muscas. “Il successo di questa operazione è dovuto anche alla grande collaborazione tra la nostra intelligence, la polizia giudiziaria, l’Interpol e l’autorità giudiziaria libanese”, ha sottolineato durante la conferenza stampa a Roma il capo dell’Antiterrorismo, Lamberto Giannini.

“Nell’arco di 24 ore – ha spiegato il procuratore generale Antimafia e Antiterrorismo, Federico Cafiero De Raho – le informazioni sono passate dall’autorità giudiziaria libanese alla nostra intelligence e da qui a Cagliari”. Macomer è ancora sotto choc per il blitz. E sono in molti a chiedersi se è opportuno aprire qui il primo Centro di permanenza per rimpatri (Cpr) della Sardegna riservato ai migranti che sbarcano direttamente sull’Isola. Il progetto è stato già autorizzato dalla Regione e la struttura dovrà essere inaugurata a breve. Il sindaco Antonio Onorato Succu getta acqua sul fuoco: “non ci sono mai stati problemi con i migranti”, assicura. Ma sono i cittadini adesso a pretendere più sicurezza.

(di Fabrizio Fois/ANSA)

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