Tria e Conte: “Italia non è rischio”. Ma Bce teme i mercati

Da sinistra a destra: il Ministro del Lavoro, Luigi di Maio; il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e Giovanni Tria, Ministro dell'Economia e delle Finanze. Bce
Da sinistra a destra: il Ministro del Lavoro, Luigi di Maio; il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e Giovanni Tria, Ministro dell'Economia e delle Finanze. FOTO ANSA

ROMA. – “L’Italia non è un rischio per nessuno”. Il ministro dell’Economia Giovanni Tria e il premier Giuseppe Conte respingono gli avvertimenti lanciati da due delle maggiori banche centrali – la Federal Reserve ieri e la Bce oggi – che vedono nella trattativa tra Italia e Ue sulla manovra un pericoloso fattore di ‘stress’ per mercati ed economia globale. L’affaire Italia, pur non essendo ufficialmente in agenda, finisce sul tavolo del G20 di Buenos Aires accanto ai negoziati sulla Brexit e sui dazi.

Così, Tria e Conte, appena sbarcati in Argentina, provano a stemperare le tensioni garantendo il massimo impegno dell’esecutivo per superare l’impasse. “Non crediamo di mettere a rischio nessuno” dichiara Tria che puntualizza “stiamo facendo un deficit del 2,4 che per gli standard internazionali è normalissimo”. E Conte assicura che “le reazioni dei mercati non ci lasciano indifferenti, lo spread ancora alto non mi trova distratto, stiamo lavorando perchè questa situazione sia superata e per realizzare la manovra in un clima di fiducia con i mercati e gli investitori”.

Ma il caso Italia tiene in allerta la Bce anche se l’effetto contagio resta per ora limitato. Nel rapporto semestrale sulla Stabilità Finanziaria si evidenzia che “nell’Eurozona i timori dei mercati sui piani di Bilancio dell’Italia sono aumentati rispetto a maggio” e “le tensioni sui titoli di Stato italiani ci ricordano di quanto velocemente le incertezze della politica possano portare ad un cambiamento della fiducia del mercato e ad un aumento del premio di rischio”.

Tuttavia la Bce precisa che “le perdite osservate sul mercato finanziario italiano negli ultimi sei mesi con l’incertezza politica non si sono allargate significativamente ad altri Paesi dell’Eurozona”. E in quest’ottica, ha commentato il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos, “mi aspetto che l’Italia raggiunga un accordo con la Ue” sulla manovra, sottolineando che lo spread Btp-Bund ed i tassi sono scesi da quando il Governo gialloverde ha dato “segnali” di disponibilità al compromesso.

Alla luce di questi segnali, tassi in calo si sono registrati anche nell’asta di Btp a 5 e 10 anni in cui il Tesoro ha assegnato tutti i 4,250 miliardi di euro. Il tasso sul titolo a cinque anni sceso al 2,35% dal 2,58% del collocamento precedente mentre quello sul Btp decennale è calato al 3,24% dal 3,36%.

C’è però una nota dolente: la domanda è risultata in flessione per entrambi i titoli e per i Btp a cinque anni la richiesta è stata la più bassa da giugno scorso. Altro segnale, questo, che gli investitori restano cauti sul debito italiano, dopo il flop del Btp Italia della settimana scorsa che ha registrato il secondo peggior risultato di sempre.

Guardando all’intera Eurozona, la Bce nel rapporto avverte che “i rischi al ribasso per le prospettive di crescita globale sono più pronunciati” per il riemergere del protezionismo e soprattutto per la Brexit che minaccia la stabilità finanziaria. Le banche – avverte Francoforte – devono prepararsi “a qualsiasi esito”, anche ad un ‘no-deal’ tra Londra e Bruxelles.

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